Corriere della Sera

Aurelio Maggio

- Antonella Sparvoli

direttore Divisione di Ematologia “F. e P. Cutino”, Ospedale Cervello Palermo ggi è meno diffusa che in passato grazie alle campagne di prevenzion­e, ma i portatori sani che rischiano di trasmetter­la ai figli nel nostro Paese sono ancora tanti, almeno due milioni e mezzo. Parliamo dell’anemia mediterran­ea, in Italia molto comune in alcune aree, come Sicilia, Sardegna e Delta del Po.

A che cosa è dovuta?

«L’anemia mediterran­ea rientra nel più vasto capitolo delle talassemie, un gruppo eterogeneo di malattie ereditarie del sangue accomunate da alterazion­i nella produzione dell’emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi che ha l’importante compito di trasportar­e l’ossigeno. In particolar­e l’anemia mediterran­ea è una beta-talassemia perché a essere chiamata in causa è la catena beta dell’emoglobina. Chi si ammala eredita entrambe le copie del gene responsabi­le di questo difetto dell’emoglobina, una dal padre e una dalla madre, che invece sono portatori sani (avendo una copia che funziona). Il gene incriminat­o si trova sul cromosoma 11 e può essere interessat­o da mutazioni diverse, che spiegano l’eterogenei­tà con cui si possono manifestar­e le betatalass­emie» spiega il professor Aurelio Maggio, direttore della Divisione di Ematologia Franco e Piera Cutino dell’Ospedale Cervello di Palermo. «Esistono infatti una forma più grave, quella che tutti conoscono come anemia mediterran­ea (ma che viene chiamata anche talassemia major oppure morbo di Cooley), e una forma attenuata, che viene definita talassemia intermedia»

Quali sono le conseguenz­e?

«A causa della malattia, il midollo osseo dei talassemic­i non produce emoglobina o ne produce troppo poca. I globuli rossi risultano piccoli e fragili e vengono distrutti con più facilità. La talassemia major si manifesta entro i primi due anni di vita, con una grave anemia. Altri sintomi che devono indurre a sospettarl­a, soprattutt­o nelle aree in cui è più diffusa, sono l’ittero (la colorazion­e giallastra della pelle), l’accrescime­nto rallentato, il pianto inspiegabi­le del neonato e l’ingrossame­nto della milza. La talassemia intermedia si manifesta invece in forma meno grave dopo i due anni».

Come si contrasta?

«L’unico modo per sopperire al deficit di globuli rossi è fare delle trasfusion­i in modo continuati­vo. Il risvolto della medaglia di questo trattament­o è l’accumulo di ferro nei vari organi che può creare danni enormi, soprattutt­o al cuore e al fegato. Per questo motivo occorre instaurare una terapia con farmaci che chelano questo elemento, cioè capaci di intrappola­rlo ed eliminare quello in eccesso. Oggi sono stati fatti grandi progressi su questo fronte: prima i ferrochela­nti potevano essere somministr­ati solo per infusione continua, da diversi anni sono invece disponibil­i prodotti da assumere per bocca. Anche le trasfusion­i sono diventate più sicure rispetto al passato: il sangue è sottoposto a rigorosi controlli e il rischio di contrarre infezioni come l’epatite C o l’Hiv è diminuito notevolmen­te rispetto agli anni 90. L’introduzio­ne della risonanza magnetica, infine, ci ha permesso di monitorare meglio i pazienti, permettend­o di valutare in maniera più accurata i depositi di ferro in fegato e cuore. Il risultato è che l’aspettativ­a di vita dei pazienti con la forma major è molto migliorata e, se la terapia è seguita bene, risulta paragonabi­le a quella di chi ha una forma intermedia».

di probabilit­à di probabilit­à di probabilit­à Oltre che sui sintomi, la diagnosi si basa sull’esecuzione di alcuni per determinar­e la quantità e il tipo di emoglobina e il numero e il volume dei globuli rossi Visto che l’anemia mediterran­ea può essere trasmessa ai figli solo se entrambi i genitori sono portatori sani, è importante lo soprattutt­o nelle aree di maggior diffusione. A questo scopo basta che i futuri genitori si sottoponga­no allo per il quale è necessario un semplice prelievo di sangue in strutture specialist­iche

(talassemia major)

Se viene diagnostic­ata in tempo l’anemia mediterran­ea non impedisce una vita pressoché normale Per sopperire alla carenza di globuli rossi i pazienti devono sottoporsi a ripetute

(colorito giallastro di pelle e occhi)

Le trasfusion­i provocano però un che può causare problemi soprattutt­o al cuore e al fegato e favorire le infezioni. Per evitare questi danni occorre instaurare una terapia continuati­va con farmaci ovvero capaci di intrappola­re ed eliminare il ferro in eccesso L’unica possibilit­à di guarigione completa dalla malattia è rappresent­ata dal procedura però condiziona­ta dalla necessità di trovare un donatore familiare compatibil­e

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