Raggi e il caos rifiuti: «Colpa della sinistra»
La sindaca: rischio sanitario. Poi ci ripensa
Il sindaco Virginia Raggi supera lo scoglio del consiglio straordinario sui rifiuti e la mozione di sfiducia delle opposizioni all’assessora Paola Muraro. Sostiene che a Roma c’è un «rischio sanitario». Poi ci ripensa: «Non c’è emergenza». Punta il dito sul «centrosinistra che negli ultimi 40 anni ha affidato la gestione dei rifiuti a Cerroni». E delinea l’obiettivo «rifiuti zero»: raccolta porta a porta, cassonetti con il chip, abbattimento degli imballaggi, riciclaggio. Critico Giachetti (Pd): «Basta con la campagna elettorale».
Virginia Raggi convince non solo gli elettori del M5S, ma anche quelli degli altri schieramenti. A un mese dal suo insediamento la fiducia nei confronti del sindaco sarebbe cresciuta, stando alle rilevazioni dell’istituto di ricerca Ixè, realizzate per la trasmissione di Rai3 Agorà Estate. Alex Buriani — direttore di Ixè — analizza i numeri con il Corriere: «Per il 74% degli elettori dei Cinque Stelle la Raggi convince “più di prima”. Gli attacchi esterni non hanno fatto altro che aumentare il senso di appartenenza. È un fenomeno comune a tutti partiti. La stessa cosa si verificò durante i primi attacchi rivolti a Marino. Gli elettori del Pd si compattarono attorno al suo sindaco». Ma c’è un altro dato che colpisce. «Il 47% degli elettori degli altri partiti — spiega Buriani — ha ancora più fiducia nei confronti della Raggi».
Non solo. Nel sondaggio si chiedeva anche dell’emergenza rifiuti e se Raggi fosse all’altezza del compito. Il sindaco ha conquistato il 67 per cento degli elettori del M5S, ma anche la maggioranza relativa degli altri schieramenti, ovvero il 41%. Tutto questo nonostante le polemiche che stanno investendo uno dei suoi assessori di punta, Paola Muraro, in questi giorni nell’occhio del ciclone per i suoi trascorsi da ex consulente Ama.
Ma cosa ne pensano gli altri sondaggisti? Per Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, il dato non deve sorprendere. Perché, spiega, «l’elettorato dei Cinque Stelle è non fidelizzato, svincolato dall’azione politica. Il voto al M5S è condizionato dall’idea di riformattare la classe politica, al punto che oggi molti sostenitori di Grillo si definiscono pur sempre elettori di FI e Pd». In sostanza, una cosa è il voto al Movimento, un’altra è la fiducia nei confronti del singolo rappresentante. Accadde una cosa simile l’anno scorso. Dopo gli avvisi di garanzia recapitati ai sindaci di Quarto e Livorno, tutti profetizzarono il tracollo del M5S. Che invece non ci fu. «Gli istituti di ricerca — sottolinea Noto — registrarono non solo una tenuta, ma addirittura un incremento. E i risultati delle amministrative del giugno scorso ne sono la prova». Mentre per Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, ad incidere è il fattore tempo. «In questa fase gli italiani e i romani fanno semplicemente questo ragionamento: lasciamoli lavorare». D’altro canto, «riconoscono che la situazione finanziaria di Roma sia profondamente diversa da altre città. Nella Capitale la situazione è tragica. Dunque è comprensibile che gli elettori aspettino e non mutino la fiducia. Ma il vero esame sarà quello di settembre. A quel punto alla Raggi non sarà consentito di sbagliare gli esami di riparazione».