Kevan nello zaino Il viaggio in Europa in spalla agli amici
Il 30enne statunitense ha girato l’Europa: i soldi trovati con il crowdfunding
Il 30enne Usa Kevan Chandler, affetto da atrofia muscolare spinale, ha girato l’Europa non sulla sedia a rotelle ma portato a spalla in uno zaino dagli amici: i soldi raccolti con il crowdfunding.
«Tutta la mia vita è il tentativo di trovare un equilibrio tra ciò che posso e ciò che voglio fare». Potrebbe valere per tutti, ma per Kevan Chandler questo principio vale ancora di più. Trentenne di Fort Wayne, Stato dell’Indiana, affetto da atrofia muscolare spinale, Chandler vive su una sedia a rotelle. Ha il viso allegro incorniciato da un rosso folto di barba e capelli. Legge e sogna. Ama gli scrittori fantastici britannici: Tolkien e il suo amico C.S. Lewis, l’inventore delle Cronache di Narnia, J.M. Barrie, il padre di Peter Pan.
«La mia sedia a rotelle è sicuramente il luogo più comodo che io conosca, ma mi sono reso conto che a volte è utile rompere le abitudini». Avrebbe volentieri buttato per aria il suo tran tran quotidiano mettendosi uno zaino sulle spalle per girare l’Europa, ma sa bene che lui, più di tutti, è costretto a misurare i desideri con la possibilità (fisica) di realizzarli. Dunque, ha corretto il suo sogno, anche se lo zaino è rimasto. Non sulle sue spalle, ma sulle spalle degli altri. E lui dentro lo zaino. Infatti il 20 giugno è partito con tre amici — Tom, Philip e Benjamin — dopo una lunga preparazione.
Si trattava di mettere insieme un po’ di soldi e così all’inizio dell’anno ha avviato una campagna di raccolta fondi nella piattaforma filantropica GoFundMe. Il denaro è arrivato, in quattro mesi 33 mila sterline per quattro biglietti aerei, gli alloggi, i pasti e un assegno di studio per gli amici che si sono offerti volontari perché il sogno di Kevan si realizzasse. Si trattava anche di trovare una soluzione per il trasporto evitando l’ingombro della carrozzina. Ma qualche anno fa i quattro allegri giovanotti avevano già sperimentato uno strumento artigianale piuttosto efficace per soddisfare un desiderio apparentemente folle di Kevan: unirsi a loro nella visita notturna dei sotterranei di Greensboro, nel North Carolina. Fu così che venne approntato una specie di marsupio che potesse reggere sulle spalle un corpo immobile di 65 chili e in una notte la missione speleologica metropolitana fu compiuta.
Era il 2013. Da allora il progetto di puntare all’Europa si è fatto sempre più concreto, grazie al sostegno economico di mezzo mondo, alla volontà e alle schiene forti degli amici. Insomma, per Kevan si è materializzata un’idea che solo le fantasie dei suoi autori avrebbero potuto concepire: passare dal miraggio di viaggiare con lo zaino in spalla all’opportunità inaspettata di essere parte integrante dello zaino.
Ed ecco su Instagram (wecarrykevan) le fotografie che testimoniano le tappe del viaggio: Parigi, Londra, Irlanda, città, campagna, isole, mare, montagna, con ritorno a casa il 14 luglio. Kevan seduto per terra in un appartamento parigino con la testa appoggiata al letto, Kevan che guarda la città dal Sacré-Coeur, Kevan imbracato sulle spalle di Benjamin, Kevan in metropolitana a Saint-Michel, Kevan sotto la Tour Eiffel, Kevan davanti al monumento di Peter Pan nei Kensington Gardens, Kevan ai piedi della statua di Churchill, Kevan sulle spalle di Benjamin in attesa di raggiungere le isole Skellin, Kevan che respira un mare quasi invernale, Kevan a cena con gli amici, Kevan circondato da due pappagalli, Kevan sull’aereo di ritorno, Kevan sorridente davanti a una videocamera, Kevan con la bandiera americana che sventola alle sue spalle.
C’è poi il diario, in cui Kevan racconta le gioie, le scoperte, le necessità, il Festival in omaggio del suo «idolo» jazz
Equilibrio «Tutta la mia vita è il tentativo di trovare un equilibrio tra ciò che posso e voglio fare»
Django Reinhardt, l’incanto di Montmartre, i bambini che giocano a calcio in un parco di Londra, l’incontro con i luoghi del suo mito Barrie. Ricorda un passo dei Salmi quando sente il rumore delle onde che si infrangono sulle rocce e termina spesso i paragrafi esprimendo tutto il suo entusiasmo: «And it was beautiful».
Al ritorno, Kevan ha detto che se non fosse stato per sua sorella Connie, che ha qualche anno più di lui, non avrebbe mai trovato la forza e lo spirito per avventurarsi in certe follie: «È Connie la mia vera fonte di ispirazione, il mio vero sostegno, anche lei è malata come me, sarebbe molto più difficile affrontare la malattia da solo e Connie è la mia eroina».