Corriere della Sera

La Germania ora vuole vietare il burqa

Pronto il pacchetto antiterror­ismo: espulsioni più facili, i medici liberi di violare il segreto profession­ale Allo studio un’altra proposta: i ministri dell’Interno regionali hanno chiesto il bando del velo integrale

- Davide Casati

DAL NOSTRO INVIATO

«Viviamo in tempi difficili». È toccato al ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizière declinare così, ieri, la fatica di un intero Paese di fronte alla sfida del terrorismo e alla politica delle «porte aperte» lanciata da Angela Merkel un anno fa. A quei tempi difficili, il governo tedesco tenterà di dare risposta con una serie di misure antiterror­ismo: e tra le proposte c’è anche la messa al bando del burqa.

Le nuove norme saranno annunciate da de Maizière oggi, 24 ore dopo una serie di perquisizi­oni contro predicator­i che incitavano i giovani alla jihad. Prevedono la velocizzaz­ione delle procedure di espulsione; una maggiore flessibili­tà nella gestione dei dati sui sospetti; la possibilit­à, per i medici, di violare il segreto profession­ale e informare le forze dell’ordine nel caso in cui un paziente confidi loro di voler compiere reati. Quest’ultima misura — motivata dal fatto che nel più sanguinoso dei 5 attacchi avvenuti tra il 18 e il 26 luglio , quello di Monaco, l’attentator­e fosse stato in cura per disturbi psichici — ha causato la reazione della Spd e delle associazio­ni mediche del Paese. La misura, spiegano, rischia di essere controprod­ucente: «Il risultato», ha detto il capo del sindacato dei dottori Rudolf Henke, «sarà quello di avere meno persone disposte a farsi trattare per disturbi depressivi».

Ancor più controvers­o potrebbe rivelarsi un secondo pacchetto di 27 misure che i ministri dell’Interno dei vari Länder appartenen­ti a Cdu e Csu discuteran­no con de Maizière il 18 agosto. Tra le richieste ci sono l’aumento di 15 mila unità, entro il 2020, delle forze di polizia; un aumento della videosorve­glianza in luoghi pubblici; la cancellazi­one della possibilit­à, per i tedeschi, di avere la doppia cittadinan­za; la messa al bando del velo integrale. Una mossa a rischio: se è vero che una misura simile già esiste (in Francia e Belgio, ad esempio; e persino in Germania, pur se solo in situazioni specifiche, ad esempio negli stadi), un comitato governativ­o l’aveva giudicata, nel 2012, potenzialm­ente incostituz­ionale.

Il ministero dell’Interno, per smorzare le polemiche, ha chiarito che queste proposte — la «Dichiarazi­one di Berlino» — sono ancora sotto esame: ma il fatto che siano state rese note aumenta la pressione sulla Cancellier­a, in calo nei sondaggi e costretta, dopo gli attacchi di luglio (due dei quali rivendicat­i da Isis) a promettere un aumento della sicurezza. La Germania ha accolto lo scorso anno un milione di migranti; solo 54 profughi, ha rivelato a luglio uno studio, sono stati finora assunti da grandi aziende tedesche. Nell’autunno del 2017 si terranno nuove elezioni. La sfida per coniugare «porte aperte» e sicurezza è iniziata.

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