Rifiuti, scontro su Muraro in Campidoglio Raggi: «Rischio sanitario». Poi ci ripensa
L’opposizione attacca. Lei accusa il centrosinistra e difende l’assessora: indagata? Ipotesi irreale
Poteva essere una disfatta, invece Virginia Raggi tiene la barra a dritta e attraversa la tempesta. Il consiglio straordinario sui rifiuti, chiesto dalle opposizioni per tentare di far cadere l’assessora all’Ambiente Paola Muraro, rafforza alle fine entrambe. La mozione di sfiducia presentata dall'opposizione contro la Muraro viene bocciata, nel giorno in cui la sindaca prima dallo scranno dell’Aula lancia l’allarme sul «rischio sanitario dietro l’angolo per la crisi sistemica dei rifiuti» e poi ci ripensa. «Nessuna emergenza sanitaria», dirà al termine della giornata al Tg1.
«Curriculum, preparazione tecnica e conoscenza della macchina Ama, ecco perché ho scelto Paola Muraro. Lei ha le chiavi, le inserisce nel cruscotto
e guida tranquillamente», dice Raggi rispondendo ferma ai consiglieri delle opposizioni. E sulle voci che si rincorrono di un avviso di garanzia all’assessora replica secca: «Ipotesi al momento irreale, se si dovesse verificate valuteremo».
Sotto la statua di Giulio Cesare, Raggi non tentenna mai, non raccoglie le provocazioni, sfugge con lo sguardo la lieve ironia della capogruppo (Pd) Michela Di Biase che la definisce «maestrina», commentando così la lettura del suo intervento. Sembra ormai a suo agio, più di qualche consiglio comunale fa.
«Sto imparando a fare il sindaco», confessa lei ad inizio del discorso, durato circa 45 minuti, in cui racconta, anzi legge, la storia disastrosa dell’Ama (Azienda municipalizzata ambiente) attraverso almeno cinque giunte. Cita una frase dell’ex sindaco Francesco Rutelli («Portiamo in viaggio l’immondizia per 800 chilometri»), nomina l’assessore Mario Di Carlo, morto da tempo.
Dopo aver spiegato storicamente perché Roma è sporca e nei guai, ringrazia i lavoratori dell’Ama, «che ci sono stati vicini e non hanno avuto paura di rimboccarsi le maniche. Ora la città è più pulita», dice la sindaca. «E siamo vicini anche ai lavoratori Luigi Duraccio e Fabrizio Severini, che sono stati aggrediti durante il servizio», aggiunge. Gli applausi arrivano scroscianti da un pubblico amico e dalla folta maggioranza che la sostiene.
«I cittadini romani il passato lo hanno ben chiaro — dice Stefano Fassina (SI) — non c’è bisogno di parlarne per 45 minuti. Lo hanno tanto chiaro che hanno scelto lei e il M5S a grandissima maggioranza. Non ho chiesto il consiglio straordinario per questo».
«Sindaco, lei deve smettere di fare campagna elettorale e spiegarci cosa vuole fare con i rifiuti. Ci deve spiegare se ritiene del tutto infondate le accuse di conflitto di interesse dell’assessore che le muoviamo. Quest’assemblea è un’occasione straordinaria, non uno schiaffo in faccia», tuona Roberto Giachetti (Pd) .
Raggi non si scompone. Ascolta, annuisce, risponde a qualcosa (ma non a tutto), ricorda che il centrosinistra ha governato per anni ed è «singolare che tra i firmatari della
richiesta vi siano proprio esponenti di quei partiti di sinistra che dovrebbero conoscere bene la situazione». Difende a spada tratta la collaborazione con il deputato M5S Stefano Vignaroli.
L’assemblea straordinaria (deve durare cinque ore, prosegue fino al pomeriggio inoltrato) boccia sonoramente la sfiducia chiesta da FdI, che consegna una medaglia «di metallo riciclato per le consulenze all’unica che è riuscita a rimanere in 4 giunte», dice Fabrizio Ghera. Viene invece approvato con il parere favorevole della Muraro l’ordine del giorno di Fassina, riguardante la raccolta differenziata e la delineazione industriale per Ama che chiede tra l’altro, «di far diventare Ama autonoma da soggetti privati al fine di rendere più efficenti e meno onerosi i servizi». Appuntamento a dicembre per la presentazione del piano funzionale dei rifiuti targato M5S.
Mozione respinta La maggioranza 5 Stelle accusa le gestioni passate e boccia la sfiducia La decisione «Preparazione tecnica curriculum e conoscenza dell’Ama Ecco perché l’ho scelta»