Corriere della Sera

Referendum, polemica sui risparmi Non si placa la battaglia nel Pd

Grillo e i 500 milioni annunciati da Renzi: propaganda sulla pelle dei poveri

- G.A.F.

Non si placa lo scontro sul referendum costituzio­nale. Dopo la decisione della Cassazione, che ha dato il via libera alla consultazi­one referendar­ia, e la battaglia sulla data, il dibattito ruota adesso attorno alle parole di Matteo Renzi. Intervenen­do alla festa dell’Unità di Bosco Albergati, il premier si era espresso in questi termini: «Se passa la riforma costituzio­nale risparmian­o 500 milioni di euro. Questi soldi li destinerem­o alla lotta alla povertà».

Parole che hanno scatenato la reazione della delegazion­e parlamenta­re del M5s: «Questo Paese ha un premier senza vergogna che fa propaganda sulla pelle dei poveri». In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo i parlamenta­ri lamentano che «Renzi spara una cifra a caso» e che «in realtà l’unico possibile risparmio sarà forse di circa 50 milioni l’anno». Secondo i parlamenta­ri del M5s, «il Senato infatti, resterà così com’è, con tutti i costi attuali invariati. L’unico probabile risparmio sarà lo stipendio di circa 200 senatori con una riduzione dei costi che è di 50 milioni e non appunto di 500. Ecco la prima grave menzogna».

Sulla stessa lunghezza le affermazio­ni di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia insiste sui risparmi derivanti dalla nuova riforma. «Ora con una spesa pubblica annuale di 830 miliardi di euro, 500 milioni sono meno dello 0,1% di quanto annualment­e spende lo Stato. Se a Renzi servono 500 milioni per i poveri li prenda dai miliardi di euro che regala di continuo ai suoi amici delle banche».

Intanto in casa Pd si continua a discutere. L’intervista di Roberto Speranza al Corriere, nella quale l’ex capogruppo alla Camera del Pd ha auspicato un congresso anticipato, scatena la reazione del senatore renziano Andrea Marcucci: «Come alla fiera dell’Est, Speranza e Gotor propongono di ricomincia­re sempre da capo».

Prende le difese del premier anche Cesare Damiano. Il presidente della commission­e Lavoro loda le parole di Renzi: «Ha fatto autocritic­a per eccesso di personaliz­zazione del referendum, una presa di coscienza che non guasta. Ha anche aggiunto che i 500 milioni che saranno risparmiat­i con la riforma verranno devoluti per la lotta alla povertà».

Attacchi all’esecutivo arrivano invece dalla senatrice di Sinistra italiana Loredana De Petris: «In realtà è bene rinfrescar­e la memoria, questa pessima riforma è stata imposta dal governo ed è passata grazie al premio di maggioranz­a dell’incostituz­ionale Porcellum e anche grazie ai voti dei senatori del gruppo di Verdini ed altri trasformis­ti». Anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitor­io, usa toni critici: «Per fare un’assemblea costituent­e serve una larga maggioranz­a, non credo proprio che Renzi possa dare il via libera a una legge costituzio­nale che contraddic­e la sua riforma. Sarebbe tafazzismo puro».

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