«Basta abbonamenti all’Alta velocità» La rivolta dei pendolari: diritti violati
«Sono improduttivi, resteranno solo i biglietti». Ntv ha deciso, Trenitalia ci sta pensando
Larsia Ventra e Daniela Boccioli guidano un «esercito» di almeno 12mila passeggeri. Hanno aperto un conto corrente per la raccolta fondi e registrato qualche giorno fa il primo comitato «pendolari veloci» all’Agenzia delle Entrate, presentando un esposto al Tar di Torino, città dove ha sede l’Authority dei Trasporti. «Non ci stiamo — dicono — a rischiare di vedere cancellati per sempre gli abbonamenti sulla Torino-Milano che Italo non ha più e Trenitalia potrebbe eliminare dal primo gennaio». Nuovo Trasporto Viaggiatori ha deciso, mantenendo al momento solo gli abbonamenti sulla Roma-Napoli e sulla Bologna-Milano. Trenitalia starebbe pensando di eliminarli dal 2017, ma il condizionale è d’obbligo. L’authority, guidata da Andrea Camanzi, ne ha fissato il perimetro in un regolamento dal titolo profetico: «Diritti minimi». Quasi a sottolineare che anche loro, percepiti come utenti di serie A rispetto a chi «frequenta» i convogli regionali, hanno bisogno di tutele «minime» altrimenti inesistenti.
Stop agli abbonamenti sull’alta velocità. Non remunerativi. Persino improduttivi, perché sottraggono posti a chi è disposto a pagare un biglietto a prezzo pieno. Torino-Milano, Reggio Emilia-Milano, Bologna-Firenze, Roma-Napoli, Napoli-Salerno. I pendolari veloci rischiano di tramutarsi in panda in via di estinzione. Pagano cifre mensili comprese tra i 203 euro, per chi fa avanti e indietro tra Bologna e Verona, e i 417 della Bologna e Milano (tariffe Trenitalia, seconda classe). Quasi sempre meno del costo di una stanza in affitto. «La questione ha cominciato a complicarsi un anno fa quando Trenitalia ha palesato la necessità della prenotazione obbligatoria del posto — racconta Leonardo Pellegrini, portavoce del comitato Torino-Milano — per questioni di sicurezza. Al momento l’ipotesi è però rimasta sulla carta, perché quasi mai c’è posto per tutti i 1.600 abbonati». Analoghe rimostranze, supportate da Federconsumatori, sono sorte un po’ dovunque. Sulla linea Venezia-Milano, ad esempio, I prezzi base in € in 2ª classe o classe smart per tratta A/R TRATTA 30 BIGLIETTI
ABBONAMENTO MENSILE
340 stanno progressivamente sparendo i treni «Frecciabianca» per essere rimpiazzati dai «Frecciarossa», con una riduzione di tempo sì, ma con un aggravio di costi.
Le resistenze dei passeggeri, però, rischiano di trovare pochi appigli. L’alta velocità ferroviaria è sottoposta a una competizione internazionale, in cui diversi operatori stranieri (leggi la francese Sncf e la tedesca Deutsche Bahn) servono anche le nostre tratte. E in cui ogni posto deve produrre profitti. Non sono ammessi contributi pubblici, perché si configurerebbero come aiuti di Stato. Tanto meno è utilizzabile il criterio di pubblica utilità, pre-condizione del trasporto
I viaggiatori
I più agguerriti sono quelli della Torino Milano. L’ipotesi di sovvenzioni regionali