Corriere della Sera

La Banca di Inghilterr­a fatica a comprare bond Ma poi convince i fondi

- di Gabriele Principato @gabriprinc

La Bank of England «rastrella» — dopo l’inciampo di martedì — 1,17 miliardi di sterline di titoli di Stato sul mercato secondario per fronteggia­re le conseguenz­e negative della Brexit. Due giorni fa gli investitor­i, infatti, si erano dimostrati restii a cedere i bond, nonostante i prezzi di offerta fossero decisament­e sopra i livelli di mercato. Ieri però la banca centrale è riuscita a convincerl­i e le offerte hanno superato cinque volte la cifra proposta.

Si è così ripreso dal fallimento degli scorsi giorni il programma di quantitati­ve easing lanciato il 4 agosto scorso dalla Bank of England per stimolare l’economia britannica. Una settimana fa infatti la Boe, allo scopo di contrastar­e il rischio recessione generato dallo shock per l’esito del referendum del 23 giugno, ha avviato un’aggressiva politica monetaria espansiva. Per la prima volta dal 2009, quando la banca centrale reagiva alla peggiore recessione in Gran Bretagna dagli anni ‘30 del secolo scorso, sono stati tagliati i tassi di interesse, portati al minimo storico dello 0,25% (dal precedente 0,50%). La Boe ha anche varato l’ampliament­o del quantitati­ve easing fino a 435 miliardi di sterline, aggiungend­o i fondi necessari ad accrescere l’ambizioso programma di acquisto di titoli di Stato (Gilt) e di obbligazio­ni corporate fino a dieci miliardi di sterline.

Martedì però la Boe aveva mancato i suoi target. La banca centrale non era riuscita a trovare abbastanza venditori per completare l’acquisto di titoli di stato a scadenza lunga e con tassi elevati: l’offerta aveva raggiunto 1,12 miliardi (dei 1,17 miliardi previsti).

La Bank of England è riuscita a portare a termine ieri, ma il rischio del mancato raggiungim­ento dell’obiettivo è comunque rappresent­ativo della fragilità del contesto del Regno Unito. La scelta iniziale degli investitor­i di tenersi i titoli di Stato di lungo periodo è indice dell’aumento delle problemati­che dei fondi pensione britannici e delle compagnie assicurati­ve, in cerca tutti di rendimenti elevati che ormai sul mercato non esistono più.

Intanto ieri — seguendo il taglio dei tassi operato dalla Boe — i rendimenti dei titoli di Stato britannici a breve termine sono entrati in territorio negativo e il deficit ha sollevato dubbi sullo schema di quantitati­ve easing della banca centrale. Il timore degli analisti, su quanto potrà accadere in futuro, è che l’attuale situazione di instabilit­à possa portare al parziale fallimento del programma di allentamen­to quantitati­vo messo in campo dalla banca centrale britannica.

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