Corriere della Sera

I 231 ulivi che bloccano il gasdotto Tap Il pressing del governo sulla Puglia

Per avviare i lavori a San Foca occorre spostare le piante. Ma serve l’ok della Regione

- Michelange­lo Borrillo

In Grecia e Albania le ruspe sono già all’opera. Sulle sponde pugliesi, invece, si aspetta il via libera ai lavori preliminar­i, ovvero lo spostament­o degli ulivi. Eppure il gasdotto è lo stesso: il Trans Adriatic Pipeline, parte terminale del corridoio meridional­e del gas che attraverse­rà sei Paesi (per 3.500 chilometri) dal Mar Caspio al Salento attraverso Scp (South Caucasus Pipeline), Tanap (Trans Anatolian Pipeline) e, appunto, Tap.

Sul litorale di San Foca, comune di Melendugno in provincia di Lecce, la prima mossa prevista è quella dello spostament­o degli ulivi dall’area in cui arriverà il gasdotto: 231 in una prima fase, ulteriori 1.300 successiva­mente. La prima scadenza è già passata: lo spostament­o delle piante va fatto da novembre ad aprile, perché da maggio a fine ottobre gli ulivi in stato vegetativo potrebbero non sopravvive­re al reimpianto. E se lo scorso 30 aprile è ormai lontano,

Geox ha archiviato il 2015 con ricavi in crescita del 6,1% (874,2 milioni di euro rispetto ai 842,3 dell’anno precedente) e un margine operativo lordo pari a 61,8 milioni di euro. Il risultato economico (utile netto 19,4 milioni di euro) ha consentito di incrementa­re il patrimonio netto che a fine 2015 si avvicina al miliardo di euro (961,5 milioni di euro rispetto ai 955 dell’anno precedente). La LIR, la holding di partecipaz­ioni riconducib­ile a Mario Moretti Polegato (foto), ha chiuso il bilancio 2015 con una buona dote di liquidità, pari a 371 milioni di euro. La cassaforte di famiglia controlla il 71% di Geox (il restante 29% è quotato alla Borsa il 1° novembre è sempre più vicino. Il governo, però, non vuole andare oltre: all’assemblea di Confindust­ria dello scorso 26 maggio il neo ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda pensava proprio a ulivi e Tap quando sottolineò che «non si può affrontare così la competizio­ne internazio­nale». Eppure sono passati più di 3 mesi da fine aprile ma la prescrizio­ne A44 (quella, delle 66 previste, che fa riferiment­o al ripristino ambientale) di fatto blocca i lavori preliminar­i. L’ok alla A44 deve arrivare dalla Regione Puglia, ente vigilante. Ma il semaforo, ad oggi, anziché verde è arancione: per la Regione guidata da Michele Emiliano la prescrizio­ne è solo parzialmen­te ottemperat­a. Gli ostacoli sono (per la Regione) o erano (per Tap) tre: il no del Comune di Melendugno, alcune osservazio­ni dei Vigili del Fuoco e il divieto di movimentaz­ione degli ulivi nelle zone della Xylella. Su quest’ultimo punto ha fatto chiarezza il ministero dell’Agricoltur­a; sulle osservazio­ni dei Vigili del Fuoco quello dell’Ambiente (riguardano alberi ad alto fusto); il no del Comune di Melendugno arriva da un ente coinvolto e non vigilante. «È la Regione che deve darci una risposta — spiega Michele Elia, ex ad Fs e oggi country manager Tap — che però ancora non arriva: non possiamo rimanere nel limbo». Ma l’ultimo atto di Emiliano su Tap è stato l’invio a Calenda dell’istanza di revoca in autotutela del titolo autorizzat­ivo. Non proprio un via libera.

@MicBorrill­o

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