Corriere della Sera

Così Bakunin teorizzava una «dittatura invisibile»

- Di Norberto Bobbio

U no dei luoghi comuni di tutti i vecchi e nuovi discorsi sulla democrazia consiste nell’affermare che essa è il governo del potere visibile: il governo del potere pubblico in pubblico. La pubblicità è la regola, il segreto l’eccezione, e a ogni modo è un’eccezione che non deve far venire meno la regola, giacché la segretezza è giustifica­ta, non diversamen­te da tutte le misure eccezional­i, soltanto se è limitata nel tempo. (...)

Negli scrittori politici che, con le teorie della ragion di Stato, accompagna­no la formazione dello Stato moderno, uno dei temi ricorrenti è il tema degli arcana imperii. Il loro scopo è duplice: conservare lo Stato in quanto tale e conservare la forma di governo esistente. Chi detiene il potere deve continuame­nte guardarsi da nemici esterni ed interni e ha il diritto di mentire, più precisamen­te di simulare — cioè di fare apparire quello che non è— e di dissimular­e — cioè di non fare apparire quello che è. (…) C’è però una differenza fra autocrazia e democrazia, giacché in quella il segreto di Stato è una regola, in questa un’eccezione regolata da leggi che non ne permettono indebite estensioni. (...)

Accanto alla storia degli arcana imperii si potrebbe scrivere con la stessa abbondanza di particolar­i la storia degli arcana seditionis: l’antipotere altrettant­o segreto sotto forma di congiure, cospirazio­ni, colpi di Stato oppure di sedizioni, rivolte o ribellioni preparate in luoghi impervi e inaccessib­ili. (…)

Oggi non è un’ipotesi ma una drammatica realtà il ritorno, impensabil­e fino a pochi anni fa, degli arcana seditionis, sotto specie dell’azione terroristi­ca. Il terrorismo è un caso esemplare di potere occulto che attraversa tutta la storia. Uno dei principali padri del terrorismo moderno, Bakunin, proclamava la necessità di una «dittatura invisibile». Chi ha deciso di entrare a far parte di un gruppo

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