Corriere della Sera

Quelli che sfidano zika sul green

Al via le gare di golf disertate dai big. L’entusiasmo dell’azzurro Manassero: «Qui è esaltante»

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Nelle favelas non lontane dalla Reserva del Marapendi, il parco in cui ha sede il golf olimpico, la gente non sa neppure cosa sia la zika. Da quelle parti sono alle prese con una altro insetto — sostengono — ben più feroce: la sicungunha. Trattasi di un dittero la cui puntura ha il potere di stenderti per tre settimane. Insomma, si pensava che i veri eroi di questi Giochi fossero i nuotatori del fondo costretti a immergersi nell’acqua putrida di Fort Copacabana, ma da oggi bisognerà guardare ai golfisti con un occhio più indulgente. Già, perché il ritorno del golf ai Giochi dopo 112 anni (l’ultima volta St Louis 1904) non era stato accompagna­to da una standing ovation.

Quando poi il top player mondiale Rory McIlroy ha dato forfait appunto per paura della zika, seguito a ruota da Dustin Johnson vincitore degli Us Open e dall’altro asso Jordan Spieth, la situazione si è fatta imbarazzan­te. McIlroy, non pago del suo gesto ha pure infierito. «Ho cominciato a giocare per vincere tornei, mica per far crescere il movimento. Guarderò i Giochi, nuoto e atletica, le cose che contano. Il golf? Non credo».

Per fortuna del Cio e dei molti sponsor che ci contavano, non la pensano tutti come lui. Tutto sommato il campo di gara (primo giro oggi, domenica la medaglia) è piuttosto qualificat­o. C’è l’inglese Willet che ha vinto il Master, ci sono gli americani Fowler e Watson e lo spagnolo Sergio Garcia che alla conferenza Omega di presentazi­one del torneo ha Il golf torna ai Giochi dopo 112 anni: l’ultima volta fu a St Louis nel 1904. Non una grande accoglienz­a: molti big fra cui McIlroy e Johnson hanno declinato

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