Corriere della Sera

Il ritorno

- Riccardo Romani

mostrato tutta la sua diversità rispetto a McIlroy. «Certo, da bambino non avrei mai immaginato che un giorno avrei partecipat­o all’Olimpiade. Mi pareva un’opportunit­à troppo bella per farmela scappare. Rappresent­are il tuo Paese, respirare l’aria dei Giochi, conoscere un sacco di atleti. E magari vincere una medaglia, tutte cose affascinan­ti. E se fra qualche anno il golf avrà preso quota ai Giochi, anche meglio. In più Rio è splendida».

Nessun accenno alla zanzara maledetta alla quale dice invece grazie il nostro Matteo Manassero, rappresent­ante dell’Italia assieme a Nino Bertasio, che a Rio c’è dopo la rinuncia di Francesco Molinari, anche lui poco convinto dalla pubblicità degli spray repellenti. E non potrebbe esserci ragazzo più felice, visto che proprio il 16enne Matteo nel 2009 andò a Copenaghen come fresco vincitore del British Championsh­ip (il più giovane di sempre) a perorare la causa del golf olimpico. «Mi ero preparato un discorso che avrò riletto mille volte per l’emozione. Ma poi non ho mai pensato che arrivare Rio sarebbe stato facile».

A differenza dei cugini milionari del basket americano ormeggiati su un panfilo, i ricchi golfisti hanno scelto il Villaggio Olimpico, di cui Matteo è entusiasta: «È tutto molto divertente, dal fatto che si mangia assieme in mensa alla possibilit­à di incontrare atleti come Phelps. È diverso dalla nostra routine, ma è esaltante. Ovviamente dobbiamo rivoluzion­are i nostri ritmi normali da tour, ma ne vale la pena». Raggiante lo è anche Nino Bertasio, veneto pure lui, che Manassero lo ha visto crescere: «Al Gardagolf, io avevo 10 anni e lui 5. Potete immaginare quanto sia bello affrontare questa esperienza assieme». Bertasio precede Manassero nelle classifich­e Pga e sul golf ai Giochi ha un’opinione chiara: «Ci vuole tempo, ma già in Giappone, dove esiste una tradizione Speranza Veronese, 23 anni, Matteo Manassero detiene il record di più giovane vincitore dello European Tour: 17 anni, 6 mesi e 5 giorni. Era il 2010 (Reuters) fortissima, si vedranno i risultati di questa scelta che per me resta azzeccata».

Quanto alla terribile zika, Manassero non pare in ansia: «Non giudico quelli che hanno rinunciato, stando qui non si avverte alcun pericolo. Penso ci sia stata un bel po’ di disinforma­zione. Noi siamo privilegia­ti, possiamo scegliere a quali tornei partecipar­e, e per me questo è quello più importante. Il tennis dimostra che lo sport profession­istico può convivere coi Giochi». Con tanti saluti a Rory McIlroy. E chissà se gli hanno detto della sicungunha.

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