Il ritorno
mostrato tutta la sua diversità rispetto a McIlroy. «Certo, da bambino non avrei mai immaginato che un giorno avrei partecipato all’Olimpiade. Mi pareva un’opportunità troppo bella per farmela scappare. Rappresentare il tuo Paese, respirare l’aria dei Giochi, conoscere un sacco di atleti. E magari vincere una medaglia, tutte cose affascinanti. E se fra qualche anno il golf avrà preso quota ai Giochi, anche meglio. In più Rio è splendida».
Nessun accenno alla zanzara maledetta alla quale dice invece grazie il nostro Matteo Manassero, rappresentante dell’Italia assieme a Nino Bertasio, che a Rio c’è dopo la rinuncia di Francesco Molinari, anche lui poco convinto dalla pubblicità degli spray repellenti. E non potrebbe esserci ragazzo più felice, visto che proprio il 16enne Matteo nel 2009 andò a Copenaghen come fresco vincitore del British Championship (il più giovane di sempre) a perorare la causa del golf olimpico. «Mi ero preparato un discorso che avrò riletto mille volte per l’emozione. Ma poi non ho mai pensato che arrivare Rio sarebbe stato facile».
A differenza dei cugini milionari del basket americano ormeggiati su un panfilo, i ricchi golfisti hanno scelto il Villaggio Olimpico, di cui Matteo è entusiasta: «È tutto molto divertente, dal fatto che si mangia assieme in mensa alla possibilità di incontrare atleti come Phelps. È diverso dalla nostra routine, ma è esaltante. Ovviamente dobbiamo rivoluzionare i nostri ritmi normali da tour, ma ne vale la pena». Raggiante lo è anche Nino Bertasio, veneto pure lui, che Manassero lo ha visto crescere: «Al Gardagolf, io avevo 10 anni e lui 5. Potete immaginare quanto sia bello affrontare questa esperienza assieme». Bertasio precede Manassero nelle classifiche Pga e sul golf ai Giochi ha un’opinione chiara: «Ci vuole tempo, ma già in Giappone, dove esiste una tradizione Speranza Veronese, 23 anni, Matteo Manassero detiene il record di più giovane vincitore dello European Tour: 17 anni, 6 mesi e 5 giorni. Era il 2010 (Reuters) fortissima, si vedranno i risultati di questa scelta che per me resta azzeccata».
Quanto alla terribile zika, Manassero non pare in ansia: «Non giudico quelli che hanno rinunciato, stando qui non si avverte alcun pericolo. Penso ci sia stata un bel po’ di disinformazione. Noi siamo privilegiati, possiamo scegliere a quali tornei partecipare, e per me questo è quello più importante. Il tennis dimostra che lo sport professionistico può convivere coi Giochi». Con tanti saluti a Rory McIlroy. E chissà se gli hanno detto della sicungunha.