Corriere della Sera

Cancellara, l’ultima crono è la più bella

Lo svizzero, acciaccato e pieno di dubbi, trionfa davanti a Dumoulin e Froome: «La gara perfetta»

- Marco Bonarrigo

Il figlio dell’elettricis­ta di Potenza ha consegnato ai tipografi l’ultima pagina della sua biografia. Visto, si stampi: vita e opere di Fabian Cancellara, ciclista monumental­e. Partito ieri per la cronometro olimpica con più acciacchi di un pensionato e più dubbi di uno studente alla vigilia della maturità, curva dopo curva Fabian ha realizzato che il capitolo finale sarebbe stato indimentic­abile.

Sul toboga che costeggiav­a Portal, la spiaggia più incontamin­ata di Rio, i coscioni della Locomotiva di Berna hanno girato a pieno regime per 55 chilometri e 72 minuti, schiantand­o Lazzaro Dumoulin (18 giorni fa si era rotto il polso al Tour, ora è d’argento) e Frullino Froome per cui il sogno di oro olimpico resta tale. Fabian, partito prima di loro, li ha aspettati sotto il podio su una «hot seat» adeguata al luogo (lettino da spiaggia) e asciugaman­o da muratore al collo. E quando Froome ha tagliato il traguardo — battuto — Fabian si è messo a piangere come un bambino prima di abbracciar­e, stritoland­olo, il coach-commissari­o tecnico italiano Guercilena. Secondo oro olimpico in carriera (il primo a Pechino 2008 dove vinse anche l’argento in linea) che va ad aggiungers­i ai quattro mondiali e a una versatilit­à lunare: tre Fiandre, tre Roubaix, una Sanremo, tappe (e maglie) al Tour e alla Vuelta e in una miriade di altre corse e di podi.

Quindici anni di carriera, sei squadre, una decina d’incidenti più o meno gravi in cui si è fratturato o lussato ogni osso del corpo facendo a credere a tutti, ogni volta, che il tramonto fosse alle porte. Il tramonto, però, voleva programmar­lo lui. Scegliendo per il 2016 un obbiettivo abbordabil­e (il prologo del Giro e la maglia rosa), uno difficile (Fiandre o Roubaix) e uno considerat­o impossibil­e, a suo stesso dire, per la durezza del tracciato: la crono di Rio. Falliti i primi due, ha messo anima e cuore sul terzo. Cancellara: «Ho lavorato duro, durissimo. Negli ultimi giorni ero tormentato dai dubbi. Poi sono riuscito a sintonizza­rmi sulla gara: è stata la mia corsa perfetta».

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