Corriere della Sera

La vicenda

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Sono numerose le occasioni in cui Trump ha attaccato i migranti, attirandos­i critiche, comprese quelle di papa Francesco

Nel suo discorso di annuncio della candidatur­a ha dichiarato: «Quando il Messico manda la sua gente non mandano i migliori Mandano persone con molti di problemi Portano la droga. Portano criminalit­à Sono stupratori». Il miliardari­o ha proposto di costruire un muro intorno al Messico

Donne e diritti gay

Il 7 dicembre 2015 ha suggerito di «vietare l’ingresso ai musulmani negli Stati Uniti»

Il 15 marzo 2016, in un discorso all’aeroporto di Youngstown, in Ohio, li ha paragonati a «serpenti velenosi», citando il testo di una canzone di Al Wilson dal titolo appunto «Il serpente»

Il 16 maggio ha spiegato di voler bloccare l’arrivo dei siriani negli Stati Uniti. «Altrimenti il nostro Paese rischia un nuovo 11 settembre, l’Isis paga le loro bollette dei telefoni» I nuovi aspiranti cittadini dovrebbero abbracciar­e appieno i valori americani

musulmani in America, propone ora un bando contro chiunque provenga da Paesi (imprecisat­i) ad alto rischio. Un piano criticato dal New York Times e dal Washington Post per gli echi di maccartism­o e l’estrema vaghezza, senza dettagli su funzioname­nto, durata e costi e che non chiarisce se anche Germania, Francia e Belgio siano «a rischio» per via dei recenti attentati. Ogni immigrato verrebbe inoltre sottoposto ad un test ideologico per verificare che non simpatizzi con gruppi estremisti e che abbracci appieno i valori americani su questioni come le donne e i diritti gay

Bisogna bloccare l’accesso ad internet agli estremisti per impedire che la rete sia usata come strumento di reclutamen­to di aspiranti terroristi

DALLA NOSTRA INVIATA

Il capo della campagna elettorale di Donald Trump, Paul Manafort, potrebbe aver ricevuto 12,7 milioni di dollari dal 2007 al 2012, dal partito filorusso ucraino dell’ex presidente Viktor Yanukovich, oggi in esilio a Mosca. Che Manafort abbia lavorato come consulente politico per Yanukovich era noto, ma la novità riportata dal New York Times è che il suo nome compare 22 volte in libri contabili segreti del partito che rivelano un sistema illegale di pagamenti. Manafort inoltre, secondo il quotidiano, avrebbe tratto profitto da affari conclusi attraverso imprese stabilite in paradisi fiscali per riciclare denaro pubblico rubato. Fra le transazion­i dubbie ci sarebbe

Come abbiamo vinto la Guerra fredda ei mali del comunismo così dobbiamo comportarc­i per sconfigger­e l’ideologia dell’Islam radicale

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