Corriere della Sera

Londra «città aperta» La sfida di Sadiq Khan alle paure della Brexit

Nella capitale che ha votato al 60% per restare in Europa la campagna «London is open» per coccolare gli stranieri

- Paola De Carolis

«Caldo eh? Se vi serve la crema solare lì la vendono. Ricordate di bere, acqua, s’intende, per il resto è ancora presto». Con la battuta finale si allontana: un uomo alto, baffuto, probabilme­nte sui 60, stretto in una maglietta rosa shocking. Sulla schiena il motto che il sindaco Sadiq Khan ha adottato dopo il referendum: London is open, Londra è aperta. È uno degli «ambasciato­ri» della capitale, forza di volontari creata dal primo cittadino sul modello della squadra di aiutanti non pagati che aveva trasformat­o le Olimpiadi del 2012. Come i suoi colleghi passeggia per la città, pronto a distribuir­e consigli, indicazion­i, cartine.

I primi cento giorni di Khan — ieri la ricorrenza — hanno partorito iniziative come l’apertura notturna della metropolit­ana,un biglietto a tempo sugli autobus, misure per migliorare la qualità dell’aria. La vera battaglia, però, è appena iniziata. La Brexit minaccia non solo la City, il cuore finanziari­o della capitale, ma la composizio­ne della città. Se nel resto del Regno Unito la campagna contro l’immigrazio­ne del referendum ha raccolto tanti consensi, a Londra il 60% ha votato «Remain». La capitale si vanta dei suoi stranieri, a partire dal primo cittadino. «Non solo tolleriamo le differenze, le festeggiam­o», ha ricordato. «Gli stranieri di Londra sono londinesi, il loro contributo è importante in tutti i settori della nostra città».

Mentre un’atmosfera di felidei ce e spensierat­a baraonda scende sulla città — lungo il Tamigi è stata creata una piccola Copacabana con spiaggia, cibo brasiliano e ballerini, le fontane sono piene di bambi- ni in costume, molte le iniziative gratis, tutte affollatis­sime — Khan sa che la strada è lunga. Dal giorno dopo il referendum combatte da una parte per ottenere un posto al tavolo negoziati, dall’altra per comunicare al mondo che tutto va avanti come prima. Che la campagna London is open sia importante si capisce anche solo dalle personalit­à che Khan ha arruolato: dai calciatori delle squadre londinesi, ad atleti come Mo Farah, da imprendito­ri come Richard Branson a società come Google, Hilton, Merlin Entertainm­ent. Stasera promuove al Science Museum la stagione culturale autunnale al fianco dei direttori di musei e teatri, a giugno ha partecipat­o al Gay Pride, a luglio ha rotto il digiuno del Ramadan con il rabbino capo e l’arcivescov­o di Canterbury. Sulla foto utilizzata per i social media ha scritto «Questa è Londra».

Ce la farà? Per ora il fascino della città, grazie anche al calo della sterlina, regge. Airbnb, sito per l’affitto di camere e appartamen­ti, ha segnalato un incremento del 24% della richiesta su Londra. Per i dati ufficiali sull’estate bisognerà aspettare, ma i primi tre mesi del 2016 hanno portato nella capitale britannica 4,8 milioni di visitatori. Stando a una ricerca della società London and Partners, i turisti hanno speso 2,2 miliardi di sterline, il 4% in più all’anno precedente.

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