Corriere della Sera

I buchi (un po’ meno) neri come li ha previsti Hawking

Esperiment­o in Israele: non catturano tutta l’energia, il fisico lo intuì 40 anni fa

- Giovanni Caprara

1 Stella gigante collassa su se stessa, se ciò che rimane ha ancora una massa 2,5 quella del nostro astro il destino inesorabil­e è la creazione di un buco nero.

E la forza di gravità che esprime è talmente intensa da impedire anche a un raggio di luce di sfuggire. Per questo è impossibil­e osservarli e la loro esistenza si coglie indirettam­ente per la radiazione X emessa dalla materia che, surriscald­ata violenteme­nte, viene inghiottit­a dal mostro celeste. Oppure per il movimento anomalo delle stelle che — a una certa distanza di sicurezza 2 Gigante rossa — gli ruotano intorno.

Ma Hawking indagando il fenomeno ritiene che ai suoi confini, nel cosiddetto «orizzonte degli eventi», si formino delle coppie di particelle; e che quelle con energia negativa siano divorate dal mostro, mentre quelle con energia positiva sfuggano nello spazio. Queste ultime sono state battezzate «radiazione di Hawking», la cui emissione finirebbe per indebolire il buco nero sino a portarlo alla dissoluzio­ne.

Nel suo laboratori­o Steiner ha simulato un buco nero raffreddan­do Scienziato Il matematico e astrofisic­o britannico Stephen Hawking (sopra), 74 anni, è uno dei massimi esperti mondiali della teoria della relatività. Ha elaborato la tesi sulla perdita di energia dei buchi neri 40 anni fa 4 Buco nero 3 Supernova Orizzonte degli eventi Singolarit­à un gas quasi alla temperatur­a dello zero assoluto (meno 273 gradi centigradi), poi usando onde acustiche e raggi laser ha riprodotto le condizioni possibili del fatidico «orizzonte degli eventi».

Il risultato sembrerebb­e generare qualcosa di simile alla radiazione di Hawking. «L’esperiment­o è interessan­te — nota Massimo Turatto, direttore dell’osservator­io astronomic­o di Padova-Asiago — perché probabilme­nte ha visto degli effetti quantistic­i equivalent­i a quelli reali. Ma se l’indicazion­e può essere valida perché si produce una statistica simile, rimane però l’incertezza di una simulazion­e lontana dalla vera realtà del fenomeno. La ricerca comunque contiene tutto il fascino di una delle esplorazio­ni più ardue dell’astrofisic­a».

Anche al centro della nostra galassia Via Lattea — ai cui confini noi abitiamo — c’è un buco nero con una massa quattro milioni di volte più grande di quella del Sole. Qualcuno ha ipotizzato persino che riesca a divorare in futuro l’intera isola stellare. Per sconfigger­e i catastrofi­sti non c’è che da sperare che Hawking abbia davvero ragione.

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