Bray di Treccani: «È indispensabile per affrontare la mole di informazioni a disposizione» «La sfida è migliorare l’offerta di strumenti utili per orientarsi» spiega Lazzari di Utet ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI
AFFIDABILITÀ E SINTESI DEL SAPERE ECCO PERCHÉ I VOLUMI CARTACEI SONO ESSENZIALI NELL’ERA DEL WEB
Zaninoni: «Garzanti coniuga l’ispirazione originaria con le nuove tecnologie»
Cosa direbbero Diderot e D’Alembert di Wikipedia? Probabilmente che l’enciclopedia online più famosa al mondo è utile, veloce, pratica. E che aspira (e rimanda) all’autorevolezza dei volumi che nacquero in tutto l’Occidente dopo la loro Encyclopédie. Non un nemico, quindi, ma un possibile alleato. Come sostiene il linguista e filologo Luca Serianni, membro dell’Accademia della Crusca e dei Lincei: «L’interesse di un lemma enciclopedico è legato a due fattori: la selezione, la scelta di dare alcuni dati e altri no, e l’aggiornamento costante. Questi rendono ancora l’enciclopedia cartacea essenziale. Ma spesso la contrapposizione tra supporto cartaceo o digitale è apparente: le enciclopedie online ci rimandano, per la loro autorevolezza, al repertorio di fonti scritte».
Mentre nel 2012, dopo 248 anni, l’Enciclopedia Britannica ha deciso di non stampare più l’edizione da 32 volumi (peso totale 58,5 chili) per essere consultabile solo online, ancora oggi l’Enciclopedia Italiana Treccani vende volumi per oltre 50 milioni di euro l’anno. Nel 2013 le vendite sono salite del 19,3%. Un picco normalizzatosi nel 2014, quando però ad aumentare sono stati gli ordini di dizionari, atlanti e opere di pregio. «La vendita di volumi di carta rappresenta ancora il 95% per l’Istituto — dice il direttore editoriale della Treccani Massimo Bray — che ha deciso di non contrapporre il supporto di carta e quello digitale. I due strumenti devono dialogare». Il portale web della Treccani, che ha superato il milione di lemmi gratuiti e ha 500 mila utenti unici al giorno, vive dell’autorevolezza della Grande Enciclopedia, di cui quest’anno è stata pubblicata la IX Appendice: «Se voglio sapere qualcosa sul “fine vita”, ad esempio, posso leggerne una definizione online, ma se voglio un approfondimento, un sommario dei punti di vista più autorevoli, li trovo sulla carta. Il significato di un’enciclopedia è fare sintesi delle conoscenze: indispensabile per affrontare la mole d’informazioni in cui siamo immersi».
Con i suoi 225 anni e il prestigio di aver pubblicato la prima enciclopedia italiana (1841), la casa editrice Utet compensa il calo di vendite dell’enciclopedia generale con la creazione di enciclopedie tematiche. «L’enciclopedia generale rimane il tronco principale su cui vanno costruiti rami monografici», spiega Fabio Lazzari, presidente di Utet Grandi Opere. La sfida della carta «non è lavorare sull’informazione (che è ovunque), ma sulla formazione, sull’offerta di strumenti utili per orientarsi. E poi la carta ha quattro punti di forza: autorevolezza, affidabilità, dimensione critica e durata. Il vicepresidente di Google Vint Cerf ha avvisato che “i bit possono marcire e creare dietro di noi un deserto digitale”, consigliando di stampare le cose cui per essere certi di conservarle. Ecco: magari non riusciremo a leggere un dischetto Anni 90, mentre un libro stampato 500 anni fa sì!». Non ha dubbi Gian Luigi Beccaria, linguista e critico letterario, membro dell’Accademia della Crusca e dei Lincei: «Ma quale morte della carta! Il mondo va avanti e non muore niente. Anche a me capita di consultare un’enciclopedia online. Ciò che determina la scelta di un supporto o dell’altro è il tempo, il piacere di possedere la carta, approfondire».
La formula di prezzo e voluteniamo me più contenuti hanno garantito a un’altra casa editrice, la Garzanti, un presente confortante. «Una premessa necessaria: siamo viziati — attacca Paolo Zaninoni, direttore editoriale di Garzanti —. Viviamo della formula geniale inventata da Livio Garzanti nel 1962 con Le Garzantine: ridurre l’enciclopedia universale prima a due volumi, poi a uno, compatto, pratico da consultare, economicamente accessibile. Negli Anni 60 il primo acquisto dell’italiano medio dopo l’utilitaria era l’enciclopedia per i figli, che avrebbero studiato. Allora le enciclopedie erano di 30/40 volumi: immagini cos’ha significato ridurrle a uno solo. La nostra innovazione è stata mantenere, con tecnologie nuove e aggiornamenti, le caratteristiche di allora. C’è un calo di vendite “generazionale”, ma la formula è ancora apprezzata».
Le radici e il futuro