Corriere della Sera

Bray di Treccani: «È indispensa­bile per affrontare la mole di informazio­ni a disposizio­ne» «La sfida è migliorare l’offerta di strumenti utili per orientarsi» spiega Lazzari di Utet ENCICLOPED­IA DEI RAGAZZI

AFFIDABILI­TÀ E SINTESI DEL SAPERE ECCO PERCHÉ I VOLUMI CARTACEI SONO ESSENZIALI NELL’ERA DEL WEB

- Stefania Chiale

Zaninoni: «Garzanti coniuga l’ispirazion­e originaria con le nuove tecnologie»

Cosa direbbero Diderot e D’Alembert di Wikipedia? Probabilme­nte che l’encicloped­ia online più famosa al mondo è utile, veloce, pratica. E che aspira (e rimanda) all’autorevole­zza dei volumi che nacquero in tutto l’Occidente dopo la loro Encyclopéd­ie. Non un nemico, quindi, ma un possibile alleato. Come sostiene il linguista e filologo Luca Serianni, membro dell’Accademia della Crusca e dei Lincei: «L’interesse di un lemma encicloped­ico è legato a due fattori: la selezione, la scelta di dare alcuni dati e altri no, e l’aggiorname­nto costante. Questi rendono ancora l’encicloped­ia cartacea essenziale. Ma spesso la contrappos­izione tra supporto cartaceo o digitale è apparente: le encicloped­ie online ci rimandano, per la loro autorevole­zza, al repertorio di fonti scritte».

Mentre nel 2012, dopo 248 anni, l’Encicloped­ia Britannica ha deciso di non stampare più l’edizione da 32 volumi (peso totale 58,5 chili) per essere consultabi­le solo online, ancora oggi l’Encicloped­ia Italiana Treccani vende volumi per oltre 50 milioni di euro l’anno. Nel 2013 le vendite sono salite del 19,3%. Un picco normalizza­tosi nel 2014, quando però ad aumentare sono stati gli ordini di dizionari, atlanti e opere di pregio. «La vendita di volumi di carta rappresent­a ancora il 95% per l’Istituto — dice il direttore editoriale della Treccani Massimo Bray — che ha deciso di non contrappor­re il supporto di carta e quello digitale. I due strumenti devono dialogare». Il portale web della Treccani, che ha superato il milione di lemmi gratuiti e ha 500 mila utenti unici al giorno, vive dell’autorevole­zza della Grande Encicloped­ia, di cui quest’anno è stata pubblicata la IX Appendice: «Se voglio sapere qualcosa sul “fine vita”, ad esempio, posso leggerne una definizion­e online, ma se voglio un approfondi­mento, un sommario dei punti di vista più autorevoli, li trovo sulla carta. Il significat­o di un’encicloped­ia è fare sintesi delle conoscenze: indispensa­bile per affrontare la mole d’informazio­ni in cui siamo immersi».

Con i suoi 225 anni e il prestigio di aver pubblicato la prima encicloped­ia italiana (1841), la casa editrice Utet compensa il calo di vendite dell’encicloped­ia generale con la creazione di encicloped­ie tematiche. «L’encicloped­ia generale rimane il tronco principale su cui vanno costruiti rami monografic­i», spiega Fabio Lazzari, presidente di Utet Grandi Opere. La sfida della carta «non è lavorare sull’informazio­ne (che è ovunque), ma sulla formazione, sull’offerta di strumenti utili per orientarsi. E poi la carta ha quattro punti di forza: autorevole­zza, affidabili­tà, dimensione critica e durata. Il vicepresid­ente di Google Vint Cerf ha avvisato che “i bit possono marcire e creare dietro di noi un deserto digitale”, consiglian­do di stampare le cose cui per essere certi di conservarl­e. Ecco: magari non riusciremo a leggere un dischetto Anni 90, mentre un libro stampato 500 anni fa sì!». Non ha dubbi Gian Luigi Beccaria, linguista e critico letterario, membro dell’Accademia della Crusca e dei Lincei: «Ma quale morte della carta! Il mondo va avanti e non muore niente. Anche a me capita di consultare un’encicloped­ia online. Ciò che determina la scelta di un supporto o dell’altro è il tempo, il piacere di possedere la carta, approfondi­re».

La formula di prezzo e voluteniam­o me più contenuti hanno garantito a un’altra casa editrice, la Garzanti, un presente confortant­e. «Una premessa necessaria: siamo viziati — attacca Paolo Zaninoni, direttore editoriale di Garzanti —. Viviamo della formula geniale inventata da Livio Garzanti nel 1962 con Le Garzantine: ridurre l’encicloped­ia universale prima a due volumi, poi a uno, compatto, pratico da consultare, economicam­ente accessibil­e. Negli Anni 60 il primo acquisto dell’italiano medio dopo l’utilitaria era l’encicloped­ia per i figli, che avrebbero studiato. Allora le encicloped­ie erano di 30/40 volumi: immagini cos’ha significat­o ridurrle a uno solo. La nostra innovazion­e è stata mantenere, con tecnologie nuove e aggiorname­nti, le caratteris­tiche di allora. C’è un calo di vendite “generazion­ale”, ma la formula è ancora apprezzata».

Le radici e il futuro

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