Corriere della Sera

Addio a Giovanni Recordati Portò la farmaceuti­ca in Borsa

Il timone ai fratelli: Andrea nominato amministra­tore delegato, Alberto presidente

- Fabio Savelli

Si è spento ieri Giovanni Recordati, 66 anni, presidente e amministra­tore delegato dell’omonimo gruppo, figura simbolo della farmaceuti­ca italiana e di uno stile imprendito­riale apprezzato in tutto il mondo. Il timone del gruppo quotato in Piazza Affari resta in famiglia, ai suoi fratelli. Andrea, il più giovane, è stato subito nominato amministra­tore delegato e vicepresid­ente. Alberto è il nuovo presidente di Recordati. Un tandem per sottolinea­re che la famiglia continuerà — per dirla con le parole di Andrea «con la strategia di sviluppo tracciata da Giovanni». Perché «l’azienda è dotata di una struttura dirigenzia­le composta di manager con lunga esperienza». Dentro e fuori il quartier generale di Milano, di Giovanni viene ricordata prima di tutto l’attenzione ai suoi dipendenti. Ascoltava molto, dicono, come suo papà da cui ha tratto la dedizione al lavoro. Anche in agosto ha continuato a lavorare instancabi­le nonostante convivesse con la malattia da parecchio tempo. È andato in vacanza, solo qualche giorno fa, nel suo buen retiro di Saint-Tropez, in compagnia di sua moglie Hillary.

Dopo la laurea in ingegneria chimica al Politecnic­o di Milano e un master all’Imperial College di Londra, nel 1974 Giovanni entra nell’azienda di famiglia come ricercator­e. All’epoca al timone c’era il padre Arrigo subentrato al nonno, Giovanni come lui, che nel 1926 fondò la Recordati. Nel 1984 la società si quota in Borsa (a seguito dell’uscita del socio pubblico Eni, venne messo sul mercato il 25%), la prima e finora unica esperienza tricolore del farmaceuti­co al listino. Di recente, una classifica di Milano Finanza aveva inserito Giovanni nella top ten dei Paperoni d’Italia grazie alla corsa del titolo in Piazza Affari, dove la capitalizz­azione raggiunge i 5,8 miliardi. La partecipaz­ione, cu22 stodita nel 51,7% della Fimei Finanziari­a (divisa tra lui e i fratelli Alberto, Cristina e Andrea), vale agli attuali corsi di Borsa più di tre miliardi di euro. Con Giovanni, Recordati ha avuto una crescita galoppante: l’azienda è stata protagonis­ta di Il profilo Giovanni Recordati si è spento ieri all’età di 66 anni. Era presidente e ad di Recordati acquisizio­ni negli ultimi 16 anni. La gran parte all’estero. Con una politica di ridistribu­zione degli utili sotto forma di dividendi con pochissime analogie: negli ultimi trent’anni ai soci sono stati distribuit­i oltre 500 milioni di euro di cedole. A fine luglio Recordati aveva archiviato un primo semestre con ricavi in crescita del 9,1% a 587,9 milioni, rivedendo al rialzo anche le stime per il 2016. Al Corriere della Sera Giovanni due anni fa disse che «ciò che conta nel farmaceuti­co è innovare per i cicli lunghissim­i dei prodotti». L’innovazion­e, aveva spiegato, è la migliora cura contro il «culto del controllo», tenuto comunque saldamente tramite la holding di famiglia. Unanime il cordoglio espresso dal mondo dell’imprendito­ria. Il presidente di Farmindust­ria, Massimo Scaccabaro­zzi, ha ricordato «il tratto umano geniale e determinat­o».

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