Volkswagen tratta per evitare il processo in Usa
Caso emissioni, l’ipotesi di una nuova sanzione da 1,2 miliardi di dollari
Il risarcimento da 14,7 miliardi di dollari già patteggiato in sede civile non basta a Volkswagen per chiudere lo scandalo delle emissioni truccate negli Stati Uniti, dove il gruppo automobilistico tedesco ha tenuto colloqui preliminari con rappresentanti del Dipartimento di Giustizia per evitare un processo penale.
L’accordo per non dover affrontare in tribunale le conseguenze (e l’ulteriore danno di immagine) del «comportamento criminale», secondo le accuse contestate dalle autorità Usa, potrebbe costare alla casa di Wolfsburg fino a 1,2 miliardi di dollari di multa. Una sanzione simile dunque a quella inflitta a Toyota per aver nascosto i problemi all’accelerazione nel 2014. Le trattative tra Volkswagen e Dipartimento di Giustizia Usa sono in corso e un’intesa potrebbe essere raggiunta entro la fine dell’anno, anticipa una fonte al Wall Street Journal.
Finora Vw ha accantonato circa 17,6 miliardi di dollari per far fronte al «dieselgate», lo scandalo per aver falsificato i test sulle emissioni dei motori diesel per anni scoppiato in Usa lo scorso settembre, con circa 600 mila veicoli manomessi, ma poi esteso a tutto il mondo, con un totale di 11 milioni di autovetture coinvolte, anche in Italia.
A giugno il gruppo guidato dallo scorso 25 settembre da Matthias Müller ha accettato la mega multa da quasi 15 miliardi, di cui 10 miliardi per riacquistare le auto dei consumatori ingannati, oltre a stanziare 4,7 miliardi per investire nella promozione di automobili a emissioni zero, come le auto elettriche, e nella costruzione di infrastrutture. Ma il conto potrebbe salire ancora visto che il costruttore tedesco non ha ancora trovato un accordo per il riacquisto delle Audi e Porsche equipaggiate con il software manipolato nello scandalo. Non solo, il mese scorso tre Stati americani, guidati da New York, hanno fatto causa a Volkswagen chiedendo centinaia di milioni di risarcimento, e hanno denunciato apertamente il fatto che i top manager del gruppo, incluso l’ex amministratore delegato Martin Winterkorn, costretto a dimettersi in seguito allo scandalo, hanno deliberatamente nascosto le prove della falsificazione delle emissioni dei motori diesel per anni, con l’obiettivo di far apparire le auto tedesche meno inquinanti di quanto fossero.