Corriere della Sera

Rachele, una medaglia contro i pregiudizi

La Bruni ha dedicato l’argento nella 10 km di nuoto alla fidanzata: «Ma quale coraggio, è solo amore»

- Alessandro Pasini

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Dovrebbe essere una storia semplice, non dovrebbe neanche fare notizia: ci sono due donne che si amano, una ha vinto una medaglia olimpica e la dedica all’altra. «Questo argento è per chi mi vuole bene: per la mia famiglia e per la mia Diletta», raccontava Rachele Bruni sul lungomare di Copacabana dopo lo splendido argento di Ferragosto nella 10 km del nuoto. Per adesso, però, la vicenda fa ancora parlare, perché la 25enne fiorentina è diventata la prima medagliata olimpica italiana a raccontare apertament­e la propria omosessual­ità.

«Io coraggiosa? — sorride — Non lo so se ci vuole coraggio a raccontare il proprio amore: io vivo le mie scelte con grande naturalezz­a». Non è un coming out, perché lei non si è mai nascosta: «Tutti sanno che ho una compagna e dei pregiudizi della gente non mi curo». E non è neanche un manifesto politico, benché sulla questione dei diritti Rachele abbia ovviamente le idee chiare: «Con le unioni civili l’Italia ha fatto un passo in avanti, ma restiamo ancora indietro: ora la speranza è una legge per le adozioni». Vicino a lei Diletta, la compagna attiva nel crowdfundi­ng con una onlus, aggiunge: «Cosa ha detto di strano? Ha dedicato la medaglia anche a me: è questo che mi piace di lei, la spontaneit­à dei suoi sentimenti».

Con le ragazze a festeggiar­e la medaglia a Rio c’era tutta la famiglia da Firenze: la madre Simona, papà Bruno e i due fratelli. «Con noi — racconta la mamma — non ha mai mostrato segni di insofferen­za per come veniva guardata. Per noi ha sempre contato solo la felicità dei figli. Una famiglia felice? Come qualsiasi altra. Certo, a volte l’ipocrisia è una forma di difesa in un mondo ipocrita. Ma Rachele è questa: nessuna paura».

Contagerà altri atleti in futuro? Rachele se lo augura: «Posso immaginare che altri sportivi abbiano paura, non ne capisco il motivo. Anche se purtroppo ci sono ancora tanti pregiudizi. A loro posso dire che chi mi vuole bene è sempre stato dalla mia parte».

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