Roma, prima crisi per i Cinque Stelle
Lasciano in 5, dal capo di gabinetto a un assessore. Di Maio: tutti contro di noi. Raggi: è trasparenza
Dimissioni a catena dopo che Raineri viene mandata via per un parere dell’Anticorruzione e si sfoga: la legalità? Non c’è
Crisi per la giunta cinquestelle di Virginia Raggi: dimissioni a catena, compreso un assessore, dopo un parere dell’Anticorruzione. La sindaca: trasparenza. Di Maio: li sostituiamo.
ROMA Cinque dimissioni in 24 ore. Dopo appena 70 giorni di governo. Trema la giunta di Virginia Raggi, prima sindaco donna di Roma e prima grillina alla guida del Campidoglio. Lascia Marcello Minenna, dirigente Consob diventato il super assessore capitolino al Bilancio con deleghe anche alle Partecipate e al Patrimonio. Poco prima aveva lasciato Carla Romana Raineri («dimissioni irrevocabili»), magistrato di Corte d’Appello nominato capo di gabinetto, già al centro di polemiche per il suo compenso (193 mila euro l’anno), troppo elevato per il popolo grillino.
All’alba di ieri, con un post su Facebook la Raggi annunciava la revoca del suo mandato dopo il parere negativo (non vincolante) dell’Anac per errori sulla sua nomina. Ecco il punto di rottura. «Ma le mie dimissioni non sono legate al compenso», ribatte Raineri promettendo un chiarimento più in là. Mentre Minenna sottolinea: «Ho servito lo Stato anche questa volta». Ma intanto la Procura di Roma indagherà partendo da un esposto che ipotizza l’abuso di ufficio sulla nomina della Raineri.
Non basta. Come un domino, nel pomeriggio romano arrivano altri addii eccellenti. Lagole sciano i vertici delle due aziende partecipate più importanti di Roma, Ama e Atac, rifiuti e trasporti. L’amministratore unico della prima, il «tecnico» Alessandro Solidoro, si dimette dopo neanche un mese perché, con l’addio di Minenna «sono venute meno le condizioni per l’incarico affidatomi». Poco dopo tocca ad Atac con l’abbandono per «ingerenze e intromissioni da parte del Campidoglio» dell’amministratore unico Armando Brandolese e del dg Marco Rettighieri che spiega: «Abbiamo dato l’anima per risollevare Atac, ma l’intromissione negli affari della società dell’assessore ai Trasporti Linda Meleo è una palese violazione delle re- del buon senso, la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Una bufera romana che però sembra non impensierire né la sindaca («andiamo avanti») né il suo staff: «Sinceramente non è una crisi — dice il vicesindaco Daniele Frongia —, ma un’operazione di trasparenza». Lodi dal popolo M5S sul blog di Grillo dove però non mancano critiche di «inesperienza» e «pressapochismo». Eppure i vertici dei Cinque Stelle ostentano tranquillità, con Luigi Di Maio che promette: «Da domani (oggi, ndr) saremo alla ricerca di un nuovo assessore e un nuovo capo di gabinetto, chi pensava che governare Roma sarebbe stata una passeggiata si sbagliava, questo è solo l’inizio, ci siamo fatti tanti nemici, dai rifiuti al no alle Olimpiadi». Ma intanto, nei corridoi capitolini, c’è già chi mormora di nuove dimissioni eccellenti.