Bruxelles: attenti ai conti
Lo studio della Commissione Ue. I consigli e le indicazioni sulle prossime leggi finanziarie
I piani di stabilità di Italia e Spagna «non evidenziano alcun consolidamento». Anzi, più precisamente: in alcune nazioni europee i piani di stabilità e convergenza «tendono all’obiettivo della stabilizzazione, sebbene questo si scontri con i bisogni identificati di sostenibilità. Fra i grandi Paesi, ciò è soprattutto evidente nel caso dell’Italia e della Spagna, che non evidenziano alcun consolidamento». E’ vero che «nessun ulteriore consolidamento è atteso nel 2016 e 2017 nell’area Euro» nel suo insieme: ma gli esempi particolarmente palesi sono appunto Italia e Spagna.
Questo è uno dei giudizi del documento diffuso ieri dalla Direzione generale Affari Economici e Finanziari della Commissione Ue, guidato dall’italiano Marco Buti, il «laboratorio» interno più importante che fornisce alla stessa Commissione analisi e studi su cui si basa gran parte delle decisioni operative di Bruxelles.
Il documento, necessariamente molto tecnico, lascia però filtrare alcuni messaggi che daranno da riflettere a varie capitali. Si basa sullo studio dei programmi per il 2016, e sulle ultime previsioni economiche della Commissione. Se ci si limita a pensare con un po’ di malizia alla situazione italiana, si può ricordare che mancano poche settimane all’inizio del tormentone sulla legge finanziaria per il 2017, e sono trascorsi pochi giorni dalle chiacchierate fra Matteo Renzi e Angela Merkel in cui sarebbe ricorsa la parola «flessibilità». Ma il momento è decisivo per tutti i governi. Il 2017 e gli anni successivi non saranno facili, e ogni capitale sta già oggi a un bivio. Detto alla buona: più flessibilità, o tagli alle tasse, e comunque politiche «interventiste» ed espansioniste non certo sgradite agli elettori, ma potenzialmente rischiose per la sostenibilità, o più attenzione a bilanci sani e solidi, secondo le linee-guida della casa comune europea? Detto più chiaramente, con le parole della Direzione Generale: «La politica di bilancio dell’area Euro dovrebbe essere differenziata in relazione alla situazione dei singoli Stati membri in termini di sostenibilità e stabilizzazione. Sebbene non in contrasto con una linea aggregata di neutralità nel 2017, i piani presentati negli ultimi programmi di stabilità potrebbero essere migliorati. I piani che tendono verso l’obiettivo della stabilizzazione in alcuni grandi Paesi come l’Italia e la Spagna, e in minore misura la Francia, dovrebbero essere riequilibrati verso un maggior consolidamento».
Tutto ciò, in una cornice temporale ben precisa: «Dopo un considerevole consolidamento nel 2011-2013, la politica di bilancio dell’area euro si è avvicinata alla neutralità fin dal 2014. Secondo le ultime previsioni della Commissione,
Nell’eurozona
«Esiste un’ampia virata verso politiche di tagli delle tasse: soprattutto di imposte sul lavoro»