Il debutto di Errani da commissario: «I villaggi in 4 mesi»
Inutile chiedere date e tappe precise. Nel suo primo giorno da commissario straordinario del governo per la ricostruzione, Vasco Errani dice che «non abbiamo la bacchetta magica e qui non c’è mago Merlino. Ci vuole tempo, ma faremo le cose bene».
Ieri — nel giorno in cui Padoan firmava il decreto che sospende le tasse per i terremotati — l’ex commissario dell’Emilia-Romagna ha incassato la nomina del Consiglio dei ministri e la fiducia del premier Renzi. Poi il suo primo sopralluogo nelle zone terremotate, l’incontro con i sindaci e le riunioni operative per provare a definire la road map del post terremoto. Errani, dopo aver ripetuto di voler «prima vedere e poi parlare», ha dato soltanto indicazioni di massima: «Staremo attenti all’identità dei territori colpiti dal sisma», ha detto. In mattinata, a Palazzo Chigi, aveva dato più dettagli: «Il primo atto sarà costituire un luogo istituzionale in cui discutere e fare le scelte per la ricostruzione. Avremo accuratezza nelle spese e trasparenza delle regole e dei controlli». Il nodo più urgente da sciogliere («La priorità», come la definisce lui) sarà la sistemazione degli sfollati prima che siano pronti i villaggi con le casette provvisorie di legno, previste entro un periodo di tempo che va dai tre ai quattro mesi. «Non c’è un modello predefinito» spiega Errani a chi gli chiede se seguirà il modello Emilia. «L’obiettivo è garantire piena identità del territorio partendo dall’economia, dal commercio, dalle scuole, dalle relazioni sociali».
Sul fronte romano, sempre ieri, si è parlato del decreto da varare nel giro di tre-quattro settimane per fissare i criteri della ricostruzione nelle aree del cratere e stabilire le risorse e le modalità per utilizzarle. Non ci saranno nuovi insediamenti, ma si ricostruirà in loco con un sostegno pubblico che, a differenza di quanto avvenuto finora, si estenderà anche alle seconde case.
Errani tornerà domani ad Amatrice per un nuovo incontro con il sindaco Sergio Pirozzi e per prendere le prime decisioni pratiche, a cominciare dalla scelta del luogo in cui depositare provvisoriamente le macerie. Una piccola parte. Perché in tutto, si è stimato proprio in queste ultime ore, sono 600-700 mila metri cubi.