Corriere della Sera

Aree di crisi, accordo Confindust­ria-sindacati

Le richieste al governo. Boccia: superare le logiche emergenzia­li. Gli effetti positivi sulle future trattative

- L. Sal.

Un prolungame­nto della cassa integrazio­ne nelle aree di crisi industrial­e, da Piombino a Termini Imerese, che coinvolgan­o circa 30 mila lavoratori. Ma con una serie di paletti, a partire dalla presenza di un progetto di riconversi­one già avanzato. Il Por, cioè il piano operativo di ricollocaz­ione, che anticipa gli interventi di formazione e i tentativi di ricollocaz­ione di chi è in cassa integrazio­ne o mobilità, senza aspettare la scadenza degli ammortizza­tori sociali. E poi «l’offerta conciliati­va», cioè un indennizzo pari a un mese di stipendio per ogni anno di lavoro per chi rinuncia al tentativo di ricollocaz­ione e preferisce risolvere da subito il rapporto di lavoro. Sono questi i tre elementi del documento su welfare e lavoro firmato ieri da Confindust­ria, Cgil, Cisl e Uil dopo un confronto durato solo poche settimane.

Tutto nasce dalle riforme che scatterann­o il primo gennaio dell’anno prossimo: la fine dell’indennità di mobilità e della cassa integrazio­ne in deroga, oltre ai paletti più stringenti per la cassa integrazio­ne straordina­ria. Ma oltre alla misura tampone per le aree di crisi industrial­e, Confindust­ria e sindacati propongono anche un intervento struttural­e, con l’accelerazi­one sui tentativi di ricollocaz­ione e con l’indennizzo in denaro per chi vi rinuncia. Un meccanismo, quest’ultimo, che ricorda le procedure del licenziame­nto secondo le nuove regole del Jobs act, anche se la Cgil ha insistito per eliminare dal testo finale il riferiment­o esplicito a quel passaggio della riforma.

L’accordo, sette pagine in tutto, è già stato trasmesso al governo che dovrebbe trovare le relative risorse e inserire le misure nella Legge di Bilancio, da presentare in parlamento ad ottobre. Ma una prima risposta ci sarà a breve, visto che la settimana prossima, martedì 6, riprende il confronto tra lo stesso governo e i sindacati con un incontro tecnico proprio sui temi del lavoro.

Il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia parla di «proposte concrete per dare una risposta che superi le logiche emergenzia­li». Positivi i commenti anche dei sindacati. Non potrebbe essere diversamen­te visto che tutti hanno firmato il testo, anche se la riunione finale che doveva durare non più di un paio d’ore è andata avanti fino a ora di cena. Ma ciascuno dei tre segretari generali dà la sua lettura. Susanna L’incontro Il vertice Confindust­ria, Cgil, Cisl e Uil ieri a Roma per la stesura del documento da inoltrare al governo Camusso (Cgil) rivendica il «valore politico» dell’accordo, dichiara «finita quella narrazione per la quale c’era chi poteva fare tutto per tutti, abolire la rappresent­anza, le parti sociali, i corpi intermedi». Una specie di rivincita contro il premier Matteo Renzi, che ha smesso gli abiti del rottamator­e per aprire alla concertazi­one, con gli incontri su lavoro e pensioni. Annamaria Furlan (Cisl) guarda più al merito dell’accordo: «Noi ci prendiamo la responsabi­lità di mettere al centro i lavoratori e la ricollocaz­ione, il governo si assuma la responsabi­lità del prolungame­nto per gli ammortizza­tori sociali». Il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, punta sul nodo risorse: «Ne servono di più per gli ammortizza­tori sociali e gestire le aree di crisi complessa. I lavoratori non devono restare in mezzo al guado».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy