Corriere della Sera

È un’Italia fragile

Pellè risponde a Martial, poi comanda la Francia Ventura comincia male, lunedì la sfida con Israele

- Alessandro Bocci

La prima Italia del nuovo corso ha quasi gli stessi uomini e gli stessi principi di quella di Conte, ma non l’ardore, l’intensità e l’attenzione difensiva che all’Europeo avevano esaltato il contismo. La Francia vicecampio­ne d’Europa, con sei giocatori diversi rispetto alla finale di Saint Denis, ha una marcia in più e rovina il debutto di Ventura. Il c.t. ha tre giorni di tempo per rilanciare gli azzurri prima dell’esordio nelle qualificaz­ioni Mondiali in Israele. C’è tanto da fare.

L’esame di Bari è spietato: la squadra non è pronta. Quando manca il talento, servono organizzaz­ione e gioco di squadra, quello che il vecchio c.t. aveva costruito con pazienza nei lunghi giorni di Coverciano e Montpellie­r. Ventura deve improvvisa­re. E lavorare. Sui meccanismi della tremolante difesa, sulle distanze tra i reparti, sugli inseriment­i dei centrocamp­isti. Ci consola l’esordio di tre giovani, tutti nel secondo tempo: Rugani, Belotti e Gigio Donnarumma, che con i suoi 17 anni è il portiere più giovane a indossare l’azzurro anche se il terzo gol, quello che fissa il risultato sul 3-1 per i Galletti di Deschamps, è anche un suo errore.

L’inizio è un colpo al cuore. Perché una parte, per fortuna piccola, della curva nord barese si lascia andare a fischi miserabili durante l’inno francese e dopo poco più di un quarto d’ora Chiellini, uno degli uomini più affidabili del gruppo, liscia il lancio di Pogba che diventa l’assist ghiotto per l’1-0 di Martial. Sia i tifosi che l’Italia trovano il tempo di rimettersi in piedi: la curva espone un bello striscione di incoraggia­mento per il piccolo Matteo, il figlio di Bonucci e gli azzurri pareggiano il conto nel giro di quattro minuti con Pellè. L’uomo del cucchiaio sciagurato nei rigori palpitanti contro la Germania si riscatta alla grande: la finta, con cui manda fuori tempo Varane, è un gioiello nella cupa notte barese.

Ma la Francia controlla bene il gioco, fa girare la palla, vince senza strafare. Il gol del secondo vantaggio è un’altra incertezza difensiva dei nostri: Gi-

Ventura Non potevo pretendere di più, sono più che soddisfatt­o Primi due gol evitabili

roud con una mezza girata, dopo un’inzuccata di Kurzawa, anticipa ancora Chiellini. Ventura in panchina assiste sconsolato. La sua Italia si accende all’improvviso, sfruttando la qualità di Candreva sulla fascia, le sponde di Pellè, il movimento di Eder. Troppo poco.

Gli azzurri, prima dell’intervallo, invocano un rigore (testa di De Rossi e tocco incriminat­o di Kurzawa), ma il primo esperiment­o Var fa in pieno il suo dovere e all’arbitro Kuipers arriva il consiglio giusto: il fallo di mano non c’è.

A inizio ripresa, quando bisognereb­be accelerare il ritmo, Ventura pensando a Israele comincia la girandola delle sostituzio­ni. L’Italia è generosa, ma inconclude­nte. I francesi si difendono senza penare e prima della fine colpiscono con il terzino Kurzawa per il definitivo 3-1. Bari, alla fine, risparmia i fischi alla Nazionale. Ma l’inizio non è incoraggia­nte. Contro Israele servirà di più. Consoliamo­ci con la solita nota: non siamo fatti per le amichevoli e fra tre giorni ci saranno in ballo punti per il Mondiale di Russia.

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 ??  ?? Luci e ombre A destra il gol di Graziano Pellè; in alto il minuto di silenzio per le vittime del terremoto, arrivato dopo gli inni nazionali e i fischi alla Marsiglies­e; sopra, lo striscione di incoraggia­mento dei tifosi per il figlio di Leonardo...
Luci e ombre A destra il gol di Graziano Pellè; in alto il minuto di silenzio per le vittime del terremoto, arrivato dopo gli inni nazionali e i fischi alla Marsiglies­e; sopra, lo striscione di incoraggia­mento dei tifosi per il figlio di Leonardo...
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