Corriere della Sera

Verstappen «Io come Ibra»

- Flavio Vanetti

(f.van.) Dopo i fatti di Spa, un chiariment­o chiude la vicenda del contatto alla prima curva tra Vettel e Raikkonen. Ma se i due ferraristi mettono una pietra sopra l’incidente, Verstappen, il terzo protagonis­ta, non molla. «Sono cose che capitano, ma io resto una vittima — dice —. Non voglio cambiare stile di guida: sarebbe come chiedere a Ibrahimovi­c di giocare in difesa».

C’è stato il pasticcio di Barcellona…

«Che cosa è successo a Barcellona? Ah sì, lo scontro con Hamilton… » (nota: Nico non rinuncia mai alle battute)

Dopo quel fattaccio, lei è calato e Lewis è cresciuto. Ha qualcosa da rimprovera­rsi?

«Nulla. Tante cose non hanno girato più per il verso giusto. Vedersela con Lewis non è però mai semplice: all’inizio del campionato è stato sfortunato e io ne ho approfitta­to».

Ha un’idea di quanto sia più possibile, quest’anno, vincere il Mondiale?

«Le chance sono le stesse del passato. Ma Lewis finora è sempre stato più bravo».

Che cosa le serve per stargli davanti?

«Essere più veloce non qua e là ma nell’arco di un’annata: è la vera difficoltà».

Con Lewis adesso i rapporti paiono buoni.

«Andranno sempre in altalena. Siamo in una squadra che vuole vincere ed è complicato vivere questo clima».

Entrambi avete allungato i contratti con la Mercedes. Toto Wolff, il vostro capo, si aspetta turbolenze.

«Sarà inevitabil­e, speriamo che non siano esagerate. Anzi, proviamo a fare in modo che non succeda nulla. D’altra parte stiamo lottando. E lo facciamo a 300 all’ora».

Dagli occhi di un avversario, quanto è deludente la Ferrari di questa stagione?

«Deludente? Non è la parola giusta. Però ci saremmo aspettati di più: all’inizio la Rossa era al livello della Mercedes».

È invece sorprenden­te la Red Bull.

«Sì, i suoi progressi sono stati enormi: ora è un super-avversario».

Un pensiero per Michael Schumacher, che è stato al suo fianco alla Mercedes.

«Un esempio di dedizione, di passione e di rispetto».

Sebastian Vettel ha fatto la scelta sbagliata, lasciando la Red Bull per la Ferrari?

«Macché scelta sbagliata! Al Cavallino, come alla Mercedes, si guida la storia. Anche se non vinci il titolo, essere a Maranello è speciale».

Probabilme­nte, però, Seb si aspettava un percorso più agevole.

«Non era possibile e lo sapeva. Vi ricordate com’era messa la Ferrari quando è arrivato? Non andava da nessuna parte. Piuttosto, l’anno scorso è stato formidabil­e e sono spuntate speranze eccessive. Ora che la realtà diversa, è tutto più complicato».

Se alla fine del contratto con la Mercedes si facesse avanti la Ferrari, che cosa direbbe?

«La Ferrari è una leggenda, ma io sono tedesco e la squadra dei sogni è la Mercedes».

Parecchi, però, in Italia vorrebbero Nico sulla Rossa. Anzi, sono arrabbiati perché ha rinnovato con le Frecce d’argento.

«Lo so. E mi fa tanto piacere: è vero che sembro simpatico anche al di fuori della F1?».

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