Corriere della Sera

I due fronti di M5S divisi dalla sindaca Le condizioni dei big per la tregua interna Bloccata la lettera di sostegno a Raggi. Vertice con Grillo. In gioco i poteri del minidirett­orio

-

da Paola Taverna.

Una situazione particolar­mente complessa, quella interna al Movimento, che ha dato vita a una partita a scacchi dai toni più che accesi. Fin dalle prime ore di giovedì gli esponenti ortodossi, che si sono sentiti esautorati dopo il

Enti locali doppio addio, hanno lanciato il loro affondo: «Così andiamo alla guerra e vediamo chi resta in piedi». Si è cercato di ricucire lo strappo con Minenna in un primo momento, ma Raggi ha preferito andare avanti. La sindaca vuole voltare pagina e prendere le redini di una giunta

Pragmatici in cui vedeva — a suo avviso — troppe figure ingombrant­i. La (parziale) resa dei conti è avvenuta giovedì sera in una riunione infuocata in cui consiglier­i e esponenti del minidirett­orio hanno rinfacciat­o a Raggi il ruolo di Marra e il mancato rispetto (a loro dire)

Ortodossi dei valori M5S. Un vertice scandito dai toni gridati di Taverna e dalla replica decisa della sindaca: «Il c... è mio, le responsabi­lità penali sono mie».

Ieri l’ultimo atto, che ha toccato soprattutt­o i vertici. Il direttorio ha sentito Beppe Grillo in una lunga conference call. Il leader — che ora più che mai ha dovuto essere garante super partes — avrebbe evitato contatti con Raggi e ha anche annullato un blitz in programma lunedì a Roma. Grillo, insomma, preferisce rimanere defilato al momento. Indiscrezi­oni hanno sottolinea­to «l’irritazion­e» e la forte «preoccupaz­ione» per alcuni risvolti della vicenda. Tra i dietrofron­t della giornata anche quello relativo alla pubblicazi­one di un post a sostegno di Raggi firmato dal direttorio. La lettera, dopo una fuga di

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy