Corriere della Sera

Marra, da Alemanno ai 5 Stelle: io sono sempre qui

L’uomo scelto dalla prima cittadina su cui si gioca lo scontro. Potrebbe andare a lui la Sicurezza

- E. Men.

Rifiuti Sono tornati i cumuli di immondizia in alcuni quartieri di Roma (Nella foto Benvegnù-Guaitoli-Leone cassonetti nel quartiere di Axa) anche se la giornata che si è conclusa è stata la più lunga (finora) dell’amministra­zione a Cinque Stelle e quando vede il cronista del Corriere, Marra si blocca. Lo sa cosa dicono? Che è stato lei a scrivere la lettera di richiesta di parere all’Anac, per far fuori Raineri e Minenna. Lui ci pensa un attimo: «Ma figuriamoc­i... È una str...ata. Una delle tante che dicono su di me». Poi saluta e se ne va, senza aggiungere altro. Su di lui, in effetti, se ne sono dette tante. E, tra gli attivisti del Movimento, il suo è il nome più discusso per il suo passato nel centrodest­ra. Marra, o «don Raffae’» come lo chiamavano all’epoca, era uno dei «fedelissim­i» di Gianni Alemanno, dirigente prima Consiglio per la ricerca e sperimenta­zione in Agricoltur­a quando l’ex sindaco era ministro, poi all’Unire con Franco Panzironi, l’ex ad di Ama, ancora agli arresti per Mafia Capitale. Così, quando l’allora Pdl scalò il Campidogli­o, Marra diventò capo del Dipartimen­to Patrimonio.

Ci rimase quasi due anni, quando andò via, a marzo del 2010, in contrasto col sindaco. Una rotta di collisione che, come Marra racconta ai suoi amici, sarebbe scaturita dai «numerosi esposti presentati alla Procura della Repubblica», in particolar­e sulle case popolari e poi sull’Arciconfra­ternita, quella che poi diventerà la Domus caritatis, una delle coop «bianche» del sistema Buzzi. Marra, in questi mesi, alle persone a lui vicine ha sempre ribadito la sua «verità»: «Fino a che c’ero io, Buzzi non ha messo piede al Comune». Motivo per il quale, forse, una volta si è vantato «di essere lo spermatozo­o che ha fecondato il Movimento Cinque Stelle». Lasciato il Comune, Marra andò prima in Rai, poi alla Regione con Renata Polverini. Messo in un angolo da Nicola Zingaretti, si è rifugiato di nuovo a Palazzo Senatorio dove, dicono i bene informati, è uno che conta molto. Più di una volta, nei corridoi, hanno sentito dire la Raggi: «Marra ci garantisce». Così lui resta al suo posto, nonostante gli strali di Beppe Grillo, degli attivisti che sono andati a cercare se il concorso con cui Marra diventò dirigente è stato annullato (lui giura di no e dice di poter fornire le carte). Ieri Marra era in giunta e per lui si parla di una delega alla Sicurezza. Con qualcuno ha scherzato: «Chiedetevi perché sono sempre qua». Già. Perché?

Sostengono che ho scritto io la lettera all’Anac per far fuori Raineri e Minenna? È una delle tante cose che dicono su di me

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