Corriere della Sera

#JeSuis Charlie sempre Anche se non ci piace

- Di Pierluigi Battista

#JeSuisChar­lie anche se «Charlie Hebdo» pubblica vignette volgari e oltraggios­e. Perché la libertà d’espression­e è anche diritto alla volgarità. Naturalmen­te deve esistere una reciprocit­à di diritti: se la satira vuole vedere riconosciu­to quello dell’irriverenz­a assoluta e offensiva, deve anche riconoscer­e il diritto altrui a criticare le schifezze che si pubblicano in nome della satira. Se noi volessimo rispettare solo la libertà di ciò che ci aggrada, non ci vorrebbe un grande sforzo. Lo sforzo è riconoscer­e la libertà di dire e disegnare e rappresent­are cose opposte a quelle che pensiamo e che consideria­mo giuste, buone, persino sacre. Dicono: ma non si oltrepassi­no i confini della decenza. Ma chi stabilisce questi confini? La censura è per definizion­e il campo dell’arbitrio, della discrezion­alità, della prepotenza di chi pretende di incarnare il Giusto e il Buono. E allora, dobbiamo accettare passivamen­te le volgarità sui nostri morti sepolti dal terremoto? Certo che no, nessuna passività. Possiamo dire attivament­e che si tratta di una porcheria. Oppure possiamo avvalerci di quell’altra fondamenta­le libertà che sarebbe da stolti dimenticar­e, e cioè la libertà di non comprare un vignettifi­cio che non ci piace. Non vuoi «Charlie Hebdo»? Non andare in edicola a comprarlo. Questa è la libertà, a meno che uno non sia costretto a pagare cose che non vuole vedere, come avviene con il canone Rai. Quando c’è la sfida dei fanatici jihadisti che vogliono toglierci ogni libertà, bisogna essere rigorosi nel difendere ogni libertà. Compresa quella che non ci piace. Perciò #JesuisChar­lie, anche se stavolta sono stati dei veri farabutti.

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