Corriere della Sera

Lo studente mormone scomparso «Rapito, insegna l’inglese a Kim»

David sparì in Cina 12 anni fa, sarebbe stato portato in Nord Corea

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quando non sale sull’aereo che deve riportarlo a casa. Le autorità locali indagano per alcune settimane, quindi sposano la tesi dell’incidente: è possibile che l’escursioni­sta sia caduto in un torrente in piena oppure in un dirupo. C’è da poco da cercare, dicono ai parenti. Hanno fretta di chiudere il caso. Gli Sneddon non si accontenta­no di quella verità.

La famiglia lancia una campagna di mobilitazi­one, padre e fratello battono l’area nella speranza di trovare elementi, distribuis­cono volantini. E’ un percorso doloroso, frustrante, tra alti e bassi, con pochi risultati. Almeno fino al 2011.

In quell’anno, attraverso un intermedia­rio, ricevono una segnalazio­ne importante: un transfuga nord-coreano ha visto a Pyongyang qualcuno che somiglia molto a David, un occidental­e che tiene corsi di inglese. E’ un frammento fragile, da maneggiare con prudenza. Può essere vero come trattarsi di una bufala. Una delle molte che circondano quanto accade in un Paese che vive come in una bolla, tra repression­e e bizzarrie.

La notizia, però, ritorna. E’ Choi Sung-yung, rappresent­ante dei congiunti dei sud-coreani sequestrat­i, a rilanciarl­a con il corollario che, ovviamente, fa breccia sui media. David non solo è professore, ma avuto il compito di insegnare all’uomo che diventerà il presidente­padrone della Corea del Nord, Kim Jong-un. L’americano si sarebbe unito alle centinaia di «missing», coreani, giapponesi, libanesi, francesi, italiani diventati prede dei servizi segreti di Pyongyang. Persone sequestrat­e dall’Asia all’Europa per poi essere impiegate in vari settori come «istruttori». Un programma incredibil­e sul quale non ci sono dubbi, tanto è vero Nel 2004 David Sneddon, appassiona­to d’Asia, aveva 24 anni quando sparì nello Yunnan

che la sorte di molti è stata al centro di negoziati diplomatic­i. Con alcuni casi clamorosi. A cominciare dal regista e da un’attrice del Sud prelevati dagli 007 su ordine di Kim Jong-il, padre dell’attuale dittatore. Appassiona­to di cinema, voleva avere a sua disposizio­ne chi fosse in grado di produrre prodotti di alta qualità.

Per creare il «parco degli ostaggi», la satrapia si è affidata a missioni anche di commandos arrivati sulle coste del Giappone a bordo di piccoli sottomarin­i. In alternativ­a ha attirato le vittime in Oriente con l’aiuto di complici che hanno finanziato visite e vacanze tramutates­i in trappole. Una volta finite oltre confine per loro è stato impossibil­e scappare ed hanno accettato il destino. L’apparato di sicurezza li ha sorvegliat­i in modo stretto offrendo però la possibilit­à di formare un nucleo familiare, magari sposando un altro membro della terra degli scomparsi.

@guidoolimp­io

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