Corriere della Sera

Liberato per errore all’uscita del carcere È caccia al deejay delle botte ai passanti

Milano, il 23enne è uscito di cella ed è sparito

- Andrea Galli Gianni Santucci

Il grande ricercato non è evaso ma è stato sempliceme­nte accompagna­to dalla polizia penitenzia­ria al cancello del carcere di San Vittore, salutato e rimesso «in libertà». Nicolas Lecumberri aveva una maglietta grigia, pantalonci­ni corti e un trolley di colore blu, uno zainetto nero, trecento euro in contanti e, sempre che le guardie gliel’abbiano dato, l’indirizzo della comunità terapeutic­a psichiatri­ca «Redancia 1» di Varazze che l’aspettava. In Liguria il 23enne deejay spagnolo arrestato a Milano il 27 luglio per i pestaggi in serie a passanti e residenti, non è mai arrivato.

Dove sia, dopo l’uscita di prigione alle 16 di giovedì, non lo sa nessuno. Poliziotti e carabinier­i di pattuglia girano con le sue fotografie sul cruscotto. Il gip Livio Cristofano, nell’accogliere l’istanza degli avvocati Alessia Generoso e Francesco Brignola di modificare il regime detentivo con i domiciliar­i nella struttura di Varazze, idonea per gestire persone con problemi psichici, non ha informato né i legali né la comunità e men che meno il Consolato. Il corpo diplomatic­o ha seguito la vicenda da subito, da quando il ragazzo (già in cura a San Sebastian dove ha casa la famiglia), aveva vagato per la città colpendo con pugni gli sconosciut­i fino all’arresto dell’Ufficio di prevenzion­e generale della Questura. Un ragazzo malato. Confuso. Pericoloso. Per se stesso e per gli altri. L’avvocato Generoso, che critica la magistratu­ra, si domanda come sia mai possibile che Lecumberri, «tenuto in cella per un mese in quanto considerat­o a rischio di fuga», abbia lasciato San Vittore «senza un servizio di scorta per garantire un trasferime­nto protetto e sicuro in Liguria».

La comunità, cercata dai genitori del ragazzo, aveva accolto la loro richiesta. Mamma e papà erano convinti che «Redancia 1» potesse essere un’ottima soluzione per iniziare un percorso di recupero: del resto è specializz­ata nel «trattament­o» di pazienti affetti da diaver sturbi psicotici. L’istanza al gip era stata supportata da un’ampia documentaz­ione clinica. A chi gli aveva chiesto il motivo di tanta violenza, Nicolas aveva risposto che inseguiva una vendetta per il tentativo di stupro ai danni della sorella, un fatto mai avvenuto.

Di lui, con studi negli Usa, sostenuto dalla famiglia ma capace di guadagnars­i piccoli salari, s’era occupata anche la Guardia Municipal di San Sebastian. Gli investigat­ori avevano aperto un fascicolo dopo ricevuto una serie di denunce per aggression­i in strada a maggio. Un recidivo, Lecumberri. Che aveva lasciato la Spagna (dove forse sta tornando) per ricomincia­re in Italia. Ieri il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha detto: «Come avviene sempre in casi come questo, i miei uffici stanno acquisendo gli atti per capire cosa sia effettivam­ente successo».

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Aggression­e Nel fermo immagine di un video della polizia, Nicolas Lecumberri picchia un passante

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