Foer: la Pietà Rondanini svela il senso della mia scrittura
Lo scrittore ebreo-americano Jonathan Safran Foer (1977), ha avuto una folgorazione davanti alla Pietà Rondanini a Milano: «C’è un braccio, che sarebbe dovuto appartenere a un’altra figura rispetto alla Madonna e a Cristo. Ma Michelangelo non poteva sbarazzarsene, perché mantiene la statua in equilibrio; la guida parlava del termine “rimpianto” per certe scelte diverse, nella scultura. Alla fine del tour ha citato una frase di Michelangelo: “Rimpiango d’aver lavorato così tanto sulla mia arte e non sulla mia anima”».
Colpito da questa doppia accezione, Foer la applica al suo romanzo, Eccomi (Guanda), che racconta una coppia americana in crisi, scoppiata per un cellulare galeotto, e sullo sfondo un terremoto che funesta Israele. Prove cui il protagonista tenta di rispondere Eccomi, come Abramo fece con Dio e con Isacco. «Il libro — dice Foer al Corriere — è colmo del primo tipo di rimpianto, con momenti che svelano come sia Capolavoro La «Pietà Rondanini» legato a molti aspetti della mia vita, ma a differenza della scultura di Michelangelo ho potuto togliere, cioè scegliere; non ho provato l’altro tipo di rimpianto, perché il lavoro sul libro e sulla mia anima coincidono».
Ma non in senso «terapeutico — aggiunge simulando balbuzie — non è auto-b-b-biografico, non riesco a dirlo, e se balbetto il terapista dice che mento». E qui, giù risate del pubblico al teatro Parenti, folto di lettori e lettrici (le «foerine», intellettualissime fan
Michelangelo diceva di provare rimpianto per aver lavorato sulla sua arte ma non sulla sua anima
d’ogni età), accorsi all’incontro con Marco Missiroli («se non facessi lo scrittore farei l’ostetrico, e a fine settimana il bilancio non sarebbe di qualche paginetta scritta, ma di bambini fatti nascere!»).
Foer, con il pubblico italiano, è in luna di miele. Fu Luigi Brioschi, presidente di Guanda, il primo a scommettere davvero su Ogni cosa è illuminata (2002), esordio rifiutato da molti, negli Usa. Oggi si gode il lancio italiano mondiale di Eccomi, politicamente molto scorretto, meno immaginifico e più dialogico: la luce di Foer ha nuove temperature.