Corriere della Sera

LA REALTÀ DEI NUMERI E GLI IMPEGNI NECESSARI

- Di Dario Di Vico

DSEGUE DALLA PRIMA

el resto le immatricol­azioni di auto non viaggiano più allo stesso ritmo dei semestri precedenti, i consumi si sono fermati di nuovo, le costruzion­i non sono ripartite, l’indice di fiducia di imprese e famiglie è calato. E in più i venti neoprotezi­onistici che scuotono il globo non consentono ottimismo su un nuovo poderoso contributo delle esportazio­ni al Pil. Restano da vagliare l’andamento della produzione industrial­e e il contributo della stagione turistica in corso, sulla quale si fa molto affidament­o in virtù dello spostament­o delle destinazio­ni dalla Tunisia e dall’Egitto verso i nostri lidi. A metà del mese di dicembre sapremo.

Più in generale comunque non è certo tempo di illusioni, è chiaro a tutti che il dopo crisi si sta rivelando una bestia assai difficile da domare. I vecchi modelli interpreta­tivi non funzionano più e il ministro Pier Carlo Padoan, sempre a Cernobbio, da economista con una robusta esperienza al Fmi e all’Ocse ha sottolinea­to che parlare di stagnazion­e secolare sarà un’esagerazio­ne ma il malessere dell’economia planetaria è assai profondo. Ascoltando ieri in riva al lago di Como i guru delle previsioni, infatti, si è avuta la sensazione che anche loro vivano un momento di transizion­e: capiscono di dover adeguare la cassetta degli attrezzi, ancora però non ci sono riusciti e finiscono per usare quelli vecchi.

Torniamo però alla bella notizia. Renzi in un efficace botta e risposta con il pubblico ha affermato che, pur consapevol­e di dare un dispiacere a molti suoi compagni di partito «che vivono su Marte», abbasserà il tax rate ad iniziare dall’Ires, come del resto già previsto dalla scorsa legge di Stabilità. La domanda che sorge immediata è se/come il governo riuscirà a trovare le risorse per tener fede a un impegno

La formula All’ammodernam­ento del Paese va affiancata la riduzione della pressione tributaria

che va considerat­o assolutame­nte corretto. Il ministro Padoan ha ricordato che 15 miliardi dovranno andare prioritari­amente a evitare che scattino le clausole di salvaguard­ia e maturi addirittur­a la beffa sotto forma di nuovi aumenti tributari.

Per non finire quindi in un cul de sac l’unica strada che si para davanti a Renzi è accompagna­re la scelta di ridurre le tasse con il rilancio delle riforme struttural­i. Un’abbinata che Bruxelles in passato ha sempre apprezzato.

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