Il borgo e il festival
Dal recupero delle vecchie case dei pescatori è stata creata Via del Fornello, un percorso di botteghe di eccellenze italiane. Per vivere l’isola, 3 appartamenti di design sono affittabili con Airbnb.
Ultimi giorni delle Settimane musicali di Stresa. Stasera suona il duo GattiAlessandrini; domani la Filarmonica del Regio di Torino; lunedì 5, ad Arona, il pianista Seong-Jin Cho e il 6 la London Symphony Orchestra abbiamo amici a cena ed è nella sua versione più semplice».
Stanze passanti, ciascuna con una storia e un presente: «Il nostro living è la “sala delle bestie”, dal decoro di animali: l’arazzo del ‘500 fa parte della serie del museo. Il “salotto a righe”, con le stampe delle isole raccolte dagli avi, è anche biblioteca. Il “salottino turco” ottocentesco è la nostra stanza relax». Il dialogo col passato è una costante: basta aprire una porta e ci si ritrova immersi nel percorso museale. «Siamo stati tra i primi ad aprire la casa ai visitatori, integrando via via il percorso: l’ultima sala è stata aggiunta solo pochi anni fa».
Stanze ricostruite come erano e ogni pezzo riceve le cure più minute, ma c’è di più: «Abbiamo avviato il progetto di riassetto dell’isola e delle altre nostre proprietà, per aprirle al pubblico e agli studiosi» spiega Vitaliano Borromeo. Primo passo la digitalizzazione dell’archivio storico («Circa 4 milioni di fogli ora inaccessibili, custoditi nel palazzo: donazioni, lasciti, documenti di quello che secoli fa fu un feudo. Un patrimonio enorme per studiosi e appassionati», dice Marina, che sta coordinando il progetto) e, quest’anno, la prima fase del restauro del borgo: «Recuperando le vecchie case dei pescatori in via del Fornello e trasformandole in un percorso di eccellenze italiane», raccontano, aprendo il cancello che connette i giardini del palazzo e la viuzza tutta in pietra.
Silenzio, il profumo dell’acqua, i turisti vanno e vengono: «L’idea è ricreare l’atmosfera di un tempo, per far sì che l’isola diventi una destinazione anche per chi non visita il palazzo». Prossimo passo, un hotel diffuso («Abbiamo già sistemato alcune casette per affittarle in stile albergo») e il rilancio «in terraferma» di altre proprietà: «I castelli di Cannero, che inizieremo ora a restaurare rendendoli accessibili anche alle persone con disabilità. E il Mottarone, montagna oggi inutilizzata: vorrei renderlo un parco sportivo per le famiglie». Vitaliano Borromeo guarda l’insegna del vecchio hotel Delfino, abbandonato: «Mi piacerebbe riaprirlo, per farne il capofila dell’albergo diffuso». Un sogno che, c’è da scommetterci, diventerà realtà.