Corriere della Sera

Il borgo e il festival

- Silvia Nani

Dal recupero delle vecchie case dei pescatori è stata creata Via del Fornello, un percorso di botteghe di eccellenze italiane. Per vivere l’isola, 3 appartamen­ti di design sono affittabil­i con Airbnb.

Ultimi giorni delle Settimane musicali di Stresa. Stasera suona il duo GattiAless­andrini; domani la Filarmonic­a del Regio di Torino; lunedì 5, ad Arona, il pianista Seong-Jin Cho e il 6 la London Symphony Orchestra abbiamo amici a cena ed è nella sua versione più semplice».

Stanze passanti, ciascuna con una storia e un presente: «Il nostro living è la “sala delle bestie”, dal decoro di animali: l’arazzo del ‘500 fa parte della serie del museo. Il “salotto a righe”, con le stampe delle isole raccolte dagli avi, è anche biblioteca. Il “salottino turco” ottocentes­co è la nostra stanza relax». Il dialogo col passato è una costante: basta aprire una porta e ci si ritrova immersi nel percorso museale. «Siamo stati tra i primi ad aprire la casa ai visitatori, integrando via via il percorso: l’ultima sala è stata aggiunta solo pochi anni fa».

Stanze ricostruit­e come erano e ogni pezzo riceve le cure più minute, ma c’è di più: «Abbiamo avviato il progetto di riassetto dell’isola e delle altre nostre proprietà, per aprirle al pubblico e agli studiosi» spiega Vitaliano Borromeo. Primo passo la digitalizz­azione dell’archivio storico («Circa 4 milioni di fogli ora inaccessib­ili, custoditi nel palazzo: donazioni, lasciti, documenti di quello che secoli fa fu un feudo. Un patrimonio enorme per studiosi e appassiona­ti», dice Marina, che sta coordinand­o il progetto) e, quest’anno, la prima fase del restauro del borgo: «Recuperand­o le vecchie case dei pescatori in via del Fornello e trasforman­dole in un percorso di eccellenze italiane», raccontano, aprendo il cancello che connette i giardini del palazzo e la viuzza tutta in pietra.

Silenzio, il profumo dell’acqua, i turisti vanno e vengono: «L’idea è ricreare l’atmosfera di un tempo, per far sì che l’isola diventi una destinazio­ne anche per chi non visita il palazzo». Prossimo passo, un hotel diffuso («Abbiamo già sistemato alcune casette per affittarle in stile albergo») e il rilancio «in terraferma» di altre proprietà: «I castelli di Cannero, che inizieremo ora a restaurare rendendoli accessibil­i anche alle persone con disabilità. E il Mottarone, montagna oggi inutilizza­ta: vorrei renderlo un parco sportivo per le famiglie». Vitaliano Borromeo guarda l’insegna del vecchio hotel Delfino, abbandonat­o: «Mi piacerebbe riaprirlo, per farne il capofila dell’albergo diffuso». Un sogno che, c’è da scommetter­ci, diventerà realtà.

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