Corriere della Sera

In concorso il thriller «Nocturnal Animals» con Gyllenhaal e Amy Adams

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Il ritorno di Tom Ford. Sette anni dopo A Single Man, lo stilista-regista a Venezia ritrova un palcosceni­co con il thriller esistenzia­le Nocturnal Animals. «È una storia d’amore dominata da un sentimento di vendetta». Circondato da una minacciosa cerchia di assistenti e bodyguard, lo ascolti e assapori il potere della moda e dei suoi fatturati; è un sorridente uomo di mezz’età che ha dato un taglio ad alcol e cocaina («forse vestivo in modo raffinato ma non mi comportavo come tale»), ed è come se avesse un’aureola con la griffe di due «F», fashion e film. Porta la giacca dello smoking, come fa tutti i giorni, e la camicia bianca aperta. «La lealtà per me è importante, questa è la storia di una persona legata alla tua vita, che non lasci più andare». L’uomo che negli Anni 90 tolse Gucci dai guai e lo rilanciò, prima di essere spinto a uscire dalla maison e fondare un proprio marchio, voleva prendere una pausa dalla ritualità delle collezioni primavera/estate, e rieccolo regista. Dice che cinema e moda sono simili, immagini in movimento, «un lavoro di équipe con una visione unica».

Il film si apre con una sequenza choc. Una mostra d’arte, corpi di donne obese di una certa età, installazi­oni come tele di Botero in carne e ossa: «Volevo stupire, carpire l’attenzione, volevo enfatizzar­e l’assurdità del mondo contempora­neo, ho pensato a un europeo che arriva nella nostra vita americana iper-nutrita». Tom Ford parla con tutti i suoi collaborat­ori addosso e ti dà l’idea che nella sua agenda del telefono potresti trovare il cellulare

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