Corriere della Sera

Ciao arbitro

Infantino, presidente della Fifa, non ha dubbi «A Bari si è fatta la storia, ma il calcio non cambierà: la Var sarà solo un aiuto»

- Paolo Tomaselli

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Le proteste dei giocatori. La furia dei tifosi. Il vittimismo di allenatori e dirigenti. Tutto questo in futuro potrebbe ridursi a semplici chiacchier­e da Var. Perché l’assistenza video per gli arbitri, sperimenta­ta giovedì sera a Bari durante Italia-Francia, ha convinto e può così cominciare il suo lungo percorso fatto di ulteriori test periferici e silenziosi, in vista dell’eventuale decisione — che spetta all’Ifab — se introdurla o meno al Mondiale del 2018. «Qui si è fatta la storia del calcio» ripete il presidente della Fifa, Gianni Infantino, che però aggiunge subito, quasi in contraddiz­ione: «La Var aiuta l’arbitro, il calcio non cambia».

Strana rivoluzion­e, quindi, con il ruolo futuro dell’arbitro «telecomand­ato» tutto da valutare (sarà rafforzato o svilito?), proprio poche ore dopo il fattaccio di Giappone-Emirati Arabi in cui non è stato convalidat­o un clamoroso gol ai giapponesi in una partita valida per le qualificaz­ioni a Russia 2018. Il tema dell’uniformità del calcio è più che mai d’attualità se una partita è controllat­a da due furgoncini «regia» nel parcheggio dello stadio, collegati a 22 telecamere. L’assistenza in diretta all’arbitro è un paracadute a tutti gli effetti, che rende il clima molto più sereno anche tra i protagonis­ti, come ha sottolinea­to l’olandese Kuipers, arbitro a Bari: «L’esperiment­o è stato sicurament­e positivo, perché dà ulteriori certezze all’arbitro nel controllo della partita. In particolar­e ho notato che i giocatori accettano le decisioni con maggiore serenità. E così è meglio per tutti, a partire dai direttori di gara, che sono più rilassati e fiduciosi».

Kuipers ha avuto il conforto della «regia» in almeno quattro casi: una possibile espulsione (Sidibe su De Rossi, ammonito), un possibile rigore (braccio di Kurzawa attaccato al corpo) e i gol di Giroud e Kurzawa, regolari. A questo punto è naturale chiedersi chi governa il match, ovvero se il ruolo e la centralità dell’arbitro ai tempi della video assistenza resteranno gli stessi. Anche perché la Var — che viene usata per gol, rigori, espulsioni e scambi di persona — potrebbe creare dipendenza. Un punto, questo, nient’affatto secondario, come testimonia­no le parole dello svizzero Massimo Busacca, responsabi­le degli arbitri Fifa: «È fondamenta­le che l’arbitro non pensi che non debba più studiare prima di andare in campo, solo perché ha l’aiuto della tecnologia. Bisogna insistere nella preparazio­ne, la Var eviterà errori gravi ma non cambierà il modo di arbitrare». Si vedrà: intanto giovedì sono «spariti» gli arbitri di porta. E sulle situazioni dubbie — quelle che neanche il replay televisivo riesce spesso a dirimere — chi avrà l’ultima parola?

Da ottobre la sperimenta­zione continua in serie A, ma senza il collegamen­to diretto con l’arbitro, poi sarà intensific­ata nelle partite a livello giovanile. Italia-Germania il 15 novembre a San Siro dovrebbe essere la prossima cassa di risonanza. In attesa dell’Ifab, da sempre conservatr­ice, e del Mondiale: grazie alla Var potrebbe essere il primo senza gol di mano o rigori inventati. Ma i grandi arbitri, quelli, devono esserci.

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Fallo di mano Uno dei quattro casi «risolti» dalla Var: questo non era fallo da rigore (LaPresse)

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