Al G20 l’accordo sul clima
Subito la firma tra Stati Uniti e Cina
Cina e Usa, i due più grandi inquinatori del mondo, hanno deciso insieme di «salvare il Pianeta», come ha promesso Barack Obama. Lui e Xi Jinping hanno formulato congiuntamente la loro promessa a Hangzhou, mentre i leader del G20 arrivavano per il vertice di oggi e domani.
Una ventina di minuti di colloquio, con il presidente cinese Xi Jinping, l’uomo che ambisce a mettersi alla guida della «riglobalizzazione» dell’economia internazionale, attento a offrire a Matteo Renzi «una relazione di cooperazione strategica completa tra Repubblica popolare e Italia». È un’espressione che lascia pensare a nuove possibilità di scambi e di collaborazione non solo commerciale, ma anche in progetti congiunti in Africa o sulla Via della Seta. Renzi è venuto in Cina per la seconda volta dopo il 2014; in questa occasione a Hangzhou come membro del G20. E ha deciso che la pista cinese va seguita con maggiore attenzione «perché c’è spazio per un percorso»: così tornerà l’anno prossimo e il 2017 sarà anche l’anno della visita di Stato del presidente Sergio Mattarella.
I cinesi sanno guardare in prospettiva breve e lunga: la cooperazione strategica di cui parla Xi Jinping tiene conto del fatto che nel 2017 l’Italia ospiterà il G7 (in Sicilia) e questa presidenza di turno «di un Paese portavoce dell’europeismo potrebbe anche sostenere i rapporti tra Cina e Ue», osserva Qiu Lining, vicedirettrice della sezione Italia della China Radio International.
Intanto anche Renzi tesse la sua tela di contatti. Lasciato Xi, che rivedrà oggi e domani ai tavoli del G20 di Hangzhou in un centro congressi di maestosità imperiale e costi faraonici, il presidente del Consiglio ha incontrato un gruppo di capitani d’industria che hanno investito miliardi in Italia negli ultimi mesi in una campagna di acquisizioni e fusioni: c’erano Ren Jianxin, il numero uno di ChemChina che ha rilevato Pirelli, i vertici di Fosun, di State Grid, che è il maggiore ente di distribuzione di energia elettrica in Cina ed è entrato in Italia accordandosi con Cassa Depositi e Prestiti; e non mancava nemmeno Zhang Jindong, il nuovo proprietario dell’Internazionale che è diventato un cult da noi con il video in cui dice «Fozza Inda!». Gli imprenditori cinesi hanno chiesto delle riforme in Italia. Renzi ha preso atto del fatto che l’interscambio sta crescendo ed è sui 38 miliardi di euro l’anno, ma noi vogliamo esportare più degli attuali 10 miliardi di euro all’anno. Però, per riuscire a portare i nostri prodotti meglio anche nel difficile mercato cinese «dobbiamo uscire dalla tiritera per cui la globalizzazione è una parolaccia», ha detto Renzi durante una tappa lampo a Shanghai tra gli studenti cinesi dell’Istituto di design e innovazione dell’università Tongji.
La globalizzazione può giocare anche a favore nostro e per dimostrarlo oggi Renzi va a Hangzhou nel quartier generale di Jack Ma, il nuovo profeta dell’e-commerce, per tenere a battesimo un accordo che porterà sulla piattaforma di vendita online cinese i prodotti agroalimentari, partendo dai vini. Il discorso per sfatare il mito della globalizzazione colpevole di tutti i mali piacerà anche a Xi Jinping. «Un incontro tempestivo quello di Renzi con Xi, visto che si parla di rapporti strategici Roma-Pechino», dice Yang Aiguo, ex corrispondente in Italia dell’agenzia Xinhua, voce del governo.
Asia e Africa I vertici cinesi pensano a progetti congiunti in Africa e sulla Via della Seta