Corriere della Sera

QUEI TRUCCHI A VENEZIA PER UN ATTIMO DI GLORIA

- Di Aldo Grasso

Forti emozioni. Belén Rodriguez era a Venezia, alla Mostra del Cinema. Veramente lei non c’entra nulla con questa edizione. Si trovava lì per fare il suo mestiere, la presenzial­ista: il red carpet e un po’ di passerella, tanto per esibire l’abito di una stilista. Belén, a differenza della ministra Beatrice Lorenzin, ha dimestiche­zza con la comunicazi­one. Si è attardata nella preparazio­ne del trucco e parrucco, prima della proiezione di «The Light Between Oceans».

Visibilità «Poco mascara», salta la prima sfilata. Più flash alla seconda

Niente sfilata («mancava un po’ di mascara»), ma comunque tanti fotografi, tanto rumore. Così è stata invitata al più importante red carpet della sera: altri flash, altra visibilità. Una furba di tre cotte.

La storia ne contiene un’altra, che assume subito i contorni dell’apologo, carico di risvolti allegorici. Come testimonia il video del «Corriere», una donna si scaglia contro Belén perché forse si è sottratta a una foto: «Ma chi la crede di essere, ma che vada a cag... Siam noi che siamo famose, miga ea...». Passano pochi istanti e troviamo la signora accanto a Belén per una foto ricordo.

Aveva barattato la sua rabbia con un selfie e gli insulti con la vanità ciarliera. Il rancore, gli improperi, l’odio sociale d’un tratto svaniscono, al contatto diretto con la celebrity (la ribalta, la «famosità», il potere...).

Questa favoletta ne conferma: che lo sdegno popolare è fiamma subitanea appresso la popolarità.

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