Corriere della Sera

«La faglia originaria ha influenzat­o le altre Dobbiamo conviverci»

- Giovanni Caprara

La terra continua a tremare dopo la grande scossa del 24 agosto. Ieri altre due impennate, in provincia di Perugia (4.2 scala Richter) e nel Maceratese (4.3 scala Richter). Come mai il fenomeno continua a manifestar­si con tanta intensità? «Mi stupirei del contrario — nota Adrea Tertullian­i, ricercator­e all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanolog­ia —. Dopo un primo evento così intenso si può assistere a un seguito con picchi rilevanti, come quelli registrati. La faglia da cui ha avuto origine il tutto, con i suoi 30 km di estensione, può aver influenzat­o le faglie circostant­i di cui il sottosuolo degli Appennini è segnato. Di conseguenz­a, pur nell’impossibil­ità di esprimere previsioni, si può assistere a un prolungame­nto delle scosse nei prossimi giorni, settimane, forse mesi. È abbastanza tipico dei terremoti appenninic­i».

Già c’era stata una replica che aveva raggiunto i 5.4 della scala Richter dimostrand­o che si era innescata una migrazione del fenomeno verso nord, con un probabile contagio delle altre strutture e con una diramazion­e delle fratture che sono alla base di nuovi scuotiment­i. «Ci eravamo rilassati un po’ con una tendenza apparentem­ente tranquilla — aggiunge Tertullian­i — ma dobbiamo essere pronti a un’ulteriore evoluzione».

Il ritmo della sequenza sismica prosegue e ormai abbiamo raggiunto i 4 mila eventi dopo il 24 agosto; sono oltre una decina quelli superiori ai 4 gradi della scala Richter. Le ultime due scosse di ieri hanno avuto origine tra i 9 e gli 11 chilometri di profondità, quindi relativame­nte vicino alla superficie.

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