«Alla lunga l’Italia brutta perderà contro l’Italia bella»
Il capo della Protezione civile: facciamo tutti il check up delle nostre case
lunga perde, perderà contro l’Italia bella».
L’Italia bella?
«Proprio. Si guardi attorno. Guardi questi ragazzi che lavorano con noi, guardi la gente. Parlo per la quota-parte che io vedo, la parte che vuole il bene di quest’Italia. Bisogna tenere a bada la parte cattiva».
La Protezione civile nazionale sembra vedersi meno nei campi, pare depotenziata rispetto alla regionale...
«La Protezione civile è un sistema a base territoriale, La prevenzione Non mi piacciono i maestrini del giorno dopo. Però potevano ascoltarci di più, e prima come è stata disegnata dal 2001. Stato e Regioni lavorano assieme. Poi l’uso dello strumento può essere diverso. Noi pensiamo che chi lavora sull’emergenza deve anche partecipare alla prevenzione strutturale. Oggi il sistema deve riallinearsi, c’è al Senato una legge delega sulla Protezione civile».
La nomina a commissario per la ricostruzione di Vasco Errani, una figura molto politica, ha sollevato più d’una perplessità. Che ne pensa lei, da tecnico?
«Innanzitutto io ho grande rispetto per la politica. La politica è l’espressione di noi come popolo, democrazia. Errani, inoltre, è un politico particolare, abbiamo condiviso l’esperienza del sisma in Emilia Romagna, è molto operativo. Ci aiuta il fatto che il governo abbia individuato in tempi rapidi chi, dopo di noi, debba avere una visione del problema, facilita le nostre scelte. Lavoriamo in parallelo».
La parola d’ordine dall’inizio è stata ricostruire «com’erano, dov’erano». Non è solo uno slogan?
«Intanto non è uno slogan mio. E poi che sia o meno uno slogan potremo dirlo col tempo, alla fine».
Ogni tre o quattro anni siamo costretti a ricordare che l’Italia è sismica e che il 70 per cento delle case non sono antisismiche. Cosa si fa?