«Brexit e migranti, l’Ue è in crisi Sì alla flessibilità senza violare i patti»
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sembrava messa in dubbio. Ma non basta. Spiega Nordio che sulla corruzione si è avuta addirittura «una regressione», perché il nuovo reato di «corruzione per induzione» che punisce anche chi viene indotto a pagare la mazzetta, «ha fatto aumentare i processi dove sono indagati sia chi ha preso i soldi sia chi ha pagato. Ma questi processi sono diventati i più complessi da provare, perché corrotto e corruttore hanno un comune interesse a tacere per non essere condannati. Bisognerebbe cambiare radicalmente. Anche se può essere moralmente poco edificante lasciare impunito il corruttore, bisognerebbe punire solo il corrotto, in modo da obbligare il corruttore a dire la verità. Ma bisognerebbe soprattutto togliere al funzionario pubblico gli strumenti per farsi corrompere, cioè le tante leggi complesse e contraddittorie che gli affidano un potere immenso che sconfina nell’arbitrio. Occorre una semplificazione normativa. Ma fatta bene». della loro. Se non credi più nel miglioramento, difendi quello che hai e non vuoi il cambiamento: lo si vede in tanti Paesi europei».
L’attivismo delle capitali sta a dimostrare che le istituzioni europee sono in crisi?
«C’è un paradosso: si sente dire che le capitali devono prendere più controllo ma mai abbiamo avuto così tanti vertici europei come ora, dunque da una parte gli Stati vogliono prendere la responsabilità politica ma dall’altra sono consapevoli che devono cercarci per avere soluzioni in comune perché da solo nessuno ce la fa».
Siamo di fronte a uno stallo?
«Tutte queste crisi hanno in comune l’azzardo morale. Vale per la crisi bancaria ma anche per quella migratoria, siamo di fronte all’azzardo morale tra i popoli europei. C’è una mancanza di solidarietà fra gli Stati così come tra le classi medie. Solidarietà non è altruismo. Qui qualcosa si è rotto. Però il problema non è solo europeo, sarebbe più facile se fosse così, ma è nelle nostre società anche a livello nazionale, regionale e locale. Dunque una soluzione è più difficile rispetto al dire troviamo una nuova costruzione europea. E questa è la sfida dei prossimi vent’anni».
Cosa c’è da aspettarsi dal vertice Ue di Bratislava del 16 settembre?
«Sono ottimista, ho parlato con molti capi di governo, c’è la volontà di uscire uniti dal vertice. Uniti per combattere l’insicurezza, per agire contro la disoccupazione, per stimolare la crescita e per fare qualcosa in Europa per i milioni di giovani senza lavoro e prospettive».
Renzi è un po’ olandese, se non è d’accordo lo dice
Quali saranno le prossime azioni della Ue?
«Gliene cito alcune già lanciate ma da portare a compimento. La decisione sulla guardia costiera europea è stata un successo, ora bisogna metterla in pratica. Sono invece deluso dagli Stati membri: non hanno ancora fatto quello che hanno promesso per il ricollocamento dei richiedenti asilo arrivati in Italia e in Grecia. Spero che dopo Bratislava alcuni Stati cominceranno senza aspettare gli altri, dando l’esempio. E poi c’è la sicurezza: facilitare lo scambio di informazioni fra i servizi nazionali».