Via al piano profughi: tre ogni mille abitanti
Martedì il vertice Alfano-Anci per distribuirli tra i Comuni. Ma molti sindaci sono pronti a opporsi
DAL NOSTRO INVIATO
«Fare squadra tra comuni, regioni e Stato» per affrontare il problema dei migranti in Italia. Con questa intenzione, ha annunciato ieri il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, «martedì incontrerò il presidente dell’Anci Piero Fassino» per varare un piano di distribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale, perché «la Sicilia non può pagare il doppio conto degli sbarchi e di tutta l’accoglienza».
Il piano messo a punto dal Viminale prevederebbe l’assegnazione ai comuni, tutti, di 2,5-3 rifugiati ogni mille abitanti, che si aggiungono a quelli già assegnati alle Regioni. Per i grandi centri, come Roma o Milano, significa accogliere e provvedere a qualche migliaio di migranti. Ma il problema è anche per i piccoli comuni.
Ieri Alfano ha incontrato Fassino a Cernobbio al Forum Ambrosetti-The European House, e martedì si rivedranno per ratificare l’accordo tra governo e Anci. Poi toccherà ai Alfano: «La Sicilia non può pagare il doppio conto degli sbarchi e di tutta l’accoglienza» comuni decidere. Su base volontaria. A Cernobbio lo stesso Fassino, dopo aver chiarito che «il piano riguarda tutti i comuni», ha ammesso che «se per motivi politici qualcuno non sarà d’accordo...».
«Abbiamo 150 mila migranti nel sistema di accoglienza in Italia, 60 milioni di connazionali e 8 mila Comuni — ha spiegato Alfano — se lavoriamo tutti con buona volontà nessuno sopporterà un peso grande. Se qualcuno prova a fare il furbo, è evidente che qualcun altro pagherà un prezzo più alto. Ci vuole la buona volontà da parte di tutti».
Resta il fatto, ha sottolineato il ministro, che nella gestione di migranti l’Italia è stata lasciata sola. La Sicilia, ha detto «è la frontiera dell’Europa, perché i migranti vogliono entrare in Europa, non in Italia ed è una frontiera che va presidiata con mezzi europei, la cifra che va spesa, va spesa a livello europeo e i migranti vanno ridistribuiti in tutta l’Europa. Chiediamo all’Ue di fare la sua parte», ha insistito. Quindi «i migranti vanno ridistribuiti, l’Italia non può diventare l’hot spot dell’Europa». Noi, ha spiegato Alfano, «abbiamo dato il più grande contributo pratico alla tenuta dell’Europa, siamo stati responsabili, ma non beneficiamo della solidarietà».
Ora però questa solidarietà è necessaria. «Nessuno può chiedere a me che l’Italia davanti a una persona che sta affogando dia l’ordine di non soccorrerli. Noi salviamo tutti e una volta tirati a bordo chiediamo loro se sono regolari o irregolari, poi organizziamo una politica». E ha ricordato come sui migranti «si vincono o si perdono i referendum, come la Brexit e su cui nascono i partiti di ultradestra xenofobi» e per adesso «l’Unione sta fallendo sui ricollocamenti e sui rimpatri. Questi due fallimenti possono portare ad un fallimento generale dell’Europa, a un collasso».
La pressione