Corriere della Sera

«Scusate per i pestaggi Ma ora Nicolas è in cura e non tornerà in Italia»

Il padre del deejay liberato per errore e fuggito in Spagna

- Andrea Galli Gianni Santucci

«Io vivo il dolore, infinito, del genitore. Ma soffro per un altro dolore, ancor più grande: quello che mio figlio subisce per colpa della malattia psichica».

Alle due della notte tra venerdì e ieri, a San Sebastian, nei Paesi Baschi, il papà di Nicolas Lecumberri non dormiva. Al Corriere, in un italiano fluente dice che non poteva prendere sonno, in attesa di notizie com’era, perché «ignoravo dove fosse finito». Invece lo aspettava a casa. Il ragazzo, 23 anni, arrestato a luglio dalla polizia di Milano per le aggression­i contro i passanti colpiti con pugni, alle 16 di giovedì era uscito dal carcere di San Vittore. Sarebbe dovuto andare in Liguria, a Varazze, nella comunità «Redancia 1», la struttura scelta dopo l’istanza degli avvocati al gip per modificare lo stato detentivo e trasformar­lo in arresti domiciliar­i. Il giudice Livio Cristofano, secondo quanto denunciato dai legali Alessia Generoso e Francesco Brignola, aveva inviato alla direzione del carcere il permesso senza però avvisare gli avvocati, senza predisporr­e un accompagna­mento con la scorta, senza inoltrare la novità al Consolato spagnolo e alla comunità «Redancia 1». Venerdì, al mattino, la struttura — che ha atteso invano il ragazzo, giramondo, deejay, studi negli Usa — aveva avvisato i carabinier­i di Varazze i quali avevano chiesto chiariment­i alla Questura di Milano. L’Ufficio di prevenzion­e generale, che aveva catturato Lecumberri stanandolo in un ostello, s’era immediatam­ente attivato. Lui era ormai lontano.

Accompagna­to al cancello dalle guardie, invitato a recarsi subito a Varazze, aveva lasciato San Vittore con pantaloni corti, maglietta, uno zainetto, un trolley, trecento euro in contanti e il cellulare. Aveva composto tre numeri, tutti spagnoli. Uno era quello del fratello. Che era stato avvisato del suo imminente rientro. Nicolas aveva progettato l’«evasione». Aveva preso un bus per Nizza e da Nizza era salito su un altro pullman per raggiunger­e San Sebastian. «Voglio stare con voi» ha ripetuto alla famiglia. «Lo abbiamo immediatam­ente accolto. Nicolas è in cura e resterà qui. Non tornerà mai in Italia». Minaccia oppure speranza che sia, la frase del papà è vincolata, per cominciare, alle decisioni della Procura di Milano nella riunione di domani.

Dopodiché bisognerà vedere quale sarà l’esito del percorso della giustizia in questo che rimane un caso quasi unico e vede la presenza di una persona malata, adesso ricoverata. L’ospedale di San Sebastian ha accolto Lecumberri alle 4.49 di ieri. I legali sostengono che nei Paesi Baschi non c’è nessun carico pendente contro il giovane, che aveva «motivato» l’onda di violenza con la necessità di vendicare un tentato stupro alla sorella, un fatto che non è mai avvenuto. Eppure la Guardia Municipal si era occupata di Nicolas: ci sono delle denunce, risalenti a maggio, identiche a quelle milanesi. L’incontro per strada con uno sconosciut­o, l’aggression­e cieca, la fuga, di nuovo il vagare e

Il viaggio Il giovane ha fatto tre telefonate, poi ha preso un bus per Nizza e da lì per San Sebastian

la ricerca dell’ennesima vittima. «Non ho ancora avuto la possibilit­à e approfitto di questo momento per chiedere perdono a tutte le persone ferite. Mi spiace» dice il padre, che giura di non sapere quale sia stato il percorso di ritorno di Lecumberri, dall’Italia e dalla Spagna, e che ha perso il conto dei tentativi di raggiunger­lo sul cellulare. Era spento.

Il telefonino si era scaricato, quantomeno nel tratto da Milano a Ventimigli­a. La polizia, come detto «azionata» soltanto il giorno dopo (venerdì), esaminando le celle agganciate dal cellulare e i suoi «movimenti» in uscita ed entrata, aveva riscontrat­o quelle tre chiamate e nessun’altra. Forse Lecumberri aveva «appositame­nte» lasciato spegnersi il telefonino per poi caricarlo ed accenderlo in Francia. Nessuno può dire se il ragazzo sarebbe scappato, una volta a Varazze. A un certo punto il padre decide che la conversazi­one è terminata, «se volete ci sono gli avvocati», e così rimane senza risposta una domanda: l’amore di un genitore, alla lunga, avrebbe potuto trattenere l’istinto d’andarsi a riprendere un figlio confuso, pericoloso per sé e gli altri? Dice il legale Generoso: «Posso garantire che il vero Nicolas è un ragazzo educato e indifeso. Ho vissuto queste ultime ore con angoscia e disperazio­ne, nemmeno fosse mio figlio».

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(Foto da Facebook) Alla consolle Il dj spagnolo Nicolas Lecumberri, 23 anni, in discoteca: è stato arrestato a Milano il 27 luglio scorso
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Il certificat­o Il documento che attesta il ricovero di Nicolas Lecumberri nell’ospedale di Donostia a San Sebastian, in Spagna. È stato registrato alle 4.49 di ieri. Ai genitori ha detto: «Voglio stare con voi». Loro lo hanno portato nella clinica...
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