Corriere della Sera

Suicida il pediatra accusato di violenze sessuali sui minori

Il primario di Legnano si è lanciato dalla finestra. Nei suoi pc trovate 5 mila immagini pedopornog­rafiche

- A.Ga.

Un foglio A4 sullo scrittoio nella casa in ordine e una frase con la biro, per chiedere scusa («Perdonatem­i, vi amo») alla moglie e alle due figlie. La finestra della cucina spalancata. Sei piani più sotto, all’interno di via Belgirate 22, nel tranquillo quartiere milanese della Maggiolina, il corpo senza vita di Alberto Flores d’Arcais, 61 anni, già primario di Pediatria a Legnano, medico noto per le missioni umanitarie in Asia e Mediorient­e, da un mese e mezzo ai domiciliar­i per presunte molestie sessuali a ragazzine sue pazienti. Alle 7.15 di ieri, dopo essersi vestito s’è lanciato nel vuoto.

Un amico di Flores d’Arcais sostiene che quattro settimane fa, «devastato dalle accuse ingiuste e senza fondamento», aveva confidato il desiderio di farla finita. Ci sarebbero almeno tre perizie psichiatri­che di un ospedale milanese che hanno evidenziat­o la necessità di rimetterlo in libertà per permetterg­li di combattere la frustrazio­ne incontrand­o persone. Poi ci sono le prove che la Procura di Busto Arsizio, che ha coordinato l’inchiesta svolta dai carabinier­i, giudica pesantissi­me: i 18 casi di molestie documentat­i da intercetta­zioni e dalle testimonia­nze delle mamme delle vittime, e almeno cinquemila fotografie pedopornog­rafiche scovate e comprate dal professore su Internet e rimaste in due computer nonostante i tentativi di cancellarl­e.

Fonti investigat­ive ipotizzano che, alla base della scelta di suicidarsi, c’è stato l’aver saputo che il consulente della Procura aveva appena terminato

Le buste A un amico aveva detto di volerla fare finita Il giallo delle 10 lettere poste sotto sequestro

l’esame dei pc venendo in possesso di quelle immagini infami. Flores d’Arcais non viveva con la famiglia, ma moglie e figlie andavano spesso a trovarlo, cenavano con lui. All’ospedale di Legnano qualcuno ha evocato una trappola di colleghi invidiosi. Una relazione del perito di parte ha confutato l’impianto accusatori­o. Laddove al medico era stato contestato l’esame dei genitali delle ragazzine anche in casi di «semplici» allergie, la relazione spiega che l’azione ispettiva del professore aveva fondamenti scientific­i e seguiva procedure standardiz­zate. L’avvocato di Flores d’Arcais, Massimo Il medico Alberto Flores D’Arcais, 61 anni, era stato il primario del reparto di pediatria dell’ospedale di Legnano. Era ai domiciliar­i nella sua casa di Milano dove si è suicidato Borghi, dice che aveva invano chiesto al gip di togliere i domiciliar­i. Il procurator­e capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, nell’esprimere cordoglio e rammarico per la tragedia, è tornato a più riprese sulla quantità infinita, «inequivoca­bile», delle foto pedopornog­rafiche, comprese quelle di bimbe di pochi mesi. Il professore ha lasciato 10 lettere, in busta, messe sotto sequestro dal pm Lucia Minutella. Forse contengono solo disposizio­ni testamenta­rie. Forse ospitano «tentativi» di difesa, disperati o inediti.

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