Corriere della Sera

Momenti felici

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Nessun segno di ripensamen­to, fino all’ultimo istante della sua vita. È morta portando con sé la convinzion­e che la medicina ufficiale è al servizio del denaro e che la chemiotera­pia uccide e trasfigura il corpo. Alessandra aveva un tumore al seno e ha smesso di respirare all’ospedale di Santarcang­elo, vicino Rimini. Secondo Domenico Samorani, il dottore che le aveva diagnostic­ato quattro anni fa il male, avrebbe potuto vivere a lungo e salvarsi proprio facendo la chemio, da lei sempre tenacement­e avversata.

Alessandra Tosi era un’imprenditr­ice (gestiva un ristorante vegano), aveva 34 anni, due figli, un compagno di vita, Enrico. E anche un consulente hameriano, figura chiave della storia, che ha cercato di curarla con il metodo di Ryke Geerd Hamer, dottore tedesco molto discusso in Germania, radiato dall’albo dei medici, inseguito dalla legge e teorico della medicina germanica senza bisturi, chemio e medicine. Convinto che i tumori abbiano un’origine psichica.

Un’infermiera dell’ospedale di Santarcang­elo quando vedeva il «consulente» aggirarsi nel padiglione dove era ricoverata Alessandra, gli ricordava scherzosam­ente che se non fosse guarita lo avrebbe cercato ovunque. Lui replicava: «Non si preoccupi, la salverò».

Alessandra era una donna dal carattere forte, decisa. Molto intelligen­te. Era diventata seguace del metodo Hamer dopo aver appreso del tumore. «So che su Internet ha fatto una serie di ricerche, s’è documentat­a. Mi risulta che sia andata pure in diversi centri. Insomma, ha girato», dice il dottor Samorani.

Da giovane Alessandra aveva visto suo padre morire di tumore. Lui aveva fatto la chemiotera­pia. Quando Samorani Alessandra Tosi, 34 anni, in una fotografia tratta dal suo profilo su Facebook La donna, madre di due bambini, era titolare di un ristorante a Rimini

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