Corriere della Sera

Gli animali diventano opere d’arte

Dai presbiti dorati (rari come un libro del ‘500) alle orche che inseguono i pescatori di aringhe Il concorso al Museo di Storia Naturale di Londra

- Di Danilo Mainardi

Èbanale dirlo, ma sono contento di non essere chiamato a fare una scelta fra le undici straordina­rie foto finaliste del Wildlife Photograph­er of the Year, prestigios­o concorso del Natural History Museum di Londra in collaboraz­ione con il Bbc Wildlife Magazine. Scatti irripetibi­li di eventi naturali, di comportame­nti animali, di specie rare. L’attimo colto, come solo la fotografia naturalist­ica sa fare, in un realismo estremo che diviene unicità d’immagine.

Quasi commuove la foto del presbite dorato di Gee (Trachypith­ecus geei), scimmia del vecchio mondo sull’orlo dell’estinzione. Ne rimangono poco più di 2.500 individui. Un’edizione limitata si potrebbe dire, come la tiratura di un libro pregiato del ‘500. La foto documenta una rarità della natura che a breve potrebbe sparire dal Pianeta. Ed allora la fotografia diverrà l’unica testimonia­nza dell’esistenza di quella specie. Come il cartone di un affresco perduto o il disegno di un opera d’arte scomparsa rimangono le uniche tracce di capolavori per sempre sottratti all’umanità.

L’immagine dell’orca che nuota sotto a un pescherecc­io per catturare le aringhe che cadono dalle reti è invece una sintesi dello stato ecologico dei nostri mari. L’uomo, il più grande predatore delle risorse marine che lascia un po’ d’avanzi ai predatori naturali degli oceani, adattati ormai a seguire la scia delle grandi barche.

La foto straordina­ria di una volpe a Bristol è forse frutto di un lungo appostamen­to, ma il risultato è un vero ritratto, di quelli che dipingono i grandi artisti e che richiedono lunghe ore di posa, inclusa l’annoiata espression­e del modello. E ancora, un’immagine di grande fascino sono le effimere sulle acque del Danubio, delicate e labili creature che piovono, come pulviscolo atmosferic­o, nel cielo notturno. La fotografia è arte e la natura fissata in questi scatti si accompagna sempre a una grande sensibilit­à artistica ed estetica.

Come ogni forma d’arte anche la fotografia ha fortune alterne, ma la natura fotografat­a ha una propria forza che va oltre i gusti e i mutamenti di giudizio. A caccia Un fanello mangia i semi di una Centaurea: il fotografo l’ha inseguito per 20 minuti sui monti di Rila, in Bulgaria, prima di «catturarlo» (Isaac Aylward, Regno Unito/Wildlife Photograph­er of the Year 2016)

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