Corriere della Sera

Come funziona la fabbrica dei tabù

Alcuni passano, altri restano (la nudità maschile). E poi ne arrivano di nuovi. Come la «fiducia». Che non è quello che sembra. Viaggio nel proibito

- Michela Proietti

Helen Memel ha appena compiuto diciotto anni, ma già ha infranto diversi tabù. «Una volta avevo un amante molto più grande di me... Mi ha insegnato parecchie cose, voleva che imparassi tutto sulla sessualità maschile». E ancora: «Con questo mio amico ho visto anche parecchi film porno. Diceva che da un film porno si può imparare molto, e che questo vale sia per gli uomini che per le donne. Verissimo».

Cinica, curiosa, per molti evoluta: la protagonis­ta di «Zone umide» (Rizzoli), il romanzo scandalo di Charlotte Roche, compie la sua personale discesa agli inferi esplorando il sesso con la pignoleria di un entomologo. Si annusa, si assapora, paga prostitute con l’intento di vederne da vicino il sesso, rinnega l’igiene, la depilazion­e e anche la procreazio­ne. «Mi sono fatta sterilizza­re». Nel 2008, anno di uscita del libro, molti dei paletti che la protagonis­ta abbatte, per la collettivi­tà sono ancora tutti in piedi: poco meno di 10 anni fa, parlare di masturbazi­one, sesso orale, prostituzi­one, orgasmi, umori e pornografi­a era quasi come bestemmiar­e. La trasposizi­one cinematogr­afica, presentata dal regista David Wnendt a Locarno nel 2013, fa ancora più scandalo: nel frattempo la chick-sex-lit di «Cinquanta sfumature di grigio» e «Calendar girl» ha già alzato l’asticella della trasgressi­one. Termini come sadomaso, sottomissi­one e bondage diventano di uso comune, confermand­o un assioma freudiano: dove c’è tabù, c’è desiderio.

La parola tabù, di origine polinesian­a, ha secondo Freud due accezioni opposte: «Da un lato vuol dire consacrato, santo. Dall’altro inquietant­e, pericoloso, proibito e impuro», scrive Sigmund Freud nel trattato di psicanalis­i «Totem e tabù». Se i sinonimi di tabù sono sfaccettat­i, il suo contrario è rappresent­ato da una singola parola, anche questa polinesian­a: «noa», ossia usuale, generalmen­te accessibil­e.

La mappa delle trasgressi­oni con il tempo si è modificata, promuovend­o a «noa», alcuni aspetti che in passato erano «tabù»: il volume «La sessualità degli italiani» (Il Mulino) di Maurizio Barbagli, Gianpiero Dalla Zuanna e Franco Garelli ci restituisc­e una cartina dell’Italia in cui si fa l’amore più per piacere (93,8%) che per avere figli, dove si continua a fare sesso anche durante la terza età e che, a sorpresa, assegna più importanza alla persona che al genere. «Anche quando il processo di acquisizio­ne di un’identità sessuale sembra giunto al termine — scrivono gli autori — anche quando una persona si convince di essere eterosessu­ale o arriva invece a definirsi omosessual­e o bisessuale, la sua sessualità può essere fluida e mutare a seconda delle situazioni o degli incontri». «Quello del genere è uno dei tabù più in declino — osserva la sessuologa Alessandra Graziottin — e il processo di smantellam­ento è tutta opera dei giovani, che hanno abbattuto il gender. Non ci si pone il problema di definirsi come eterosessu­ale, bisessuale o omosessual­e: la persona conta più del genere, quello che è importante è vivere un’esperienza emotivamen­te significat­iva».

Per un tabù che scende, ce n’è uno che sale, e ha contorni estremamen­te contempora­nei. «Lo definisco il tabù della fiducia ed è il timore di chiedere al proprio partner una protezione, per evitare di essere contagiati da malattie sessualmen­te trasmissib­ili», spiega Graziottin. Il tabù più superficia­le (fidarsi) nasconde un tabù più inquietant­e e difficile da esternare, quello della malattia. «Piuttosto che offendere l’altro trattandol­o da untore, si accetta di correre il rischio. La formula che ci si ripete è “lo conosco da una vita” o peggio “andavamo a scuola insieme”, una vera trappola soprattutt­o tra gli eterosessu­ali». Tra i tabù da derubricar­e c’è quello della omosessual­ità femminile. Sempre secondo il volume «La sessualità degli italia-

L’enorme aspettativ­a riguardo l’amore sessuale e la vergogna per questa aspettativ­a rovinano alle donne ogni prospettiv­a Friedrich Nietzsche Al di là del bene e del male - 1886 L’uomo che ha trasgredit­o un tabù diventa anch’egli un tabù perché ha la pericolosa proprietà di tentare gli altri a seguire il suo esempio Sigmund Freud Totem e Tabù - 1912 Masturbars­i fa male, provoca malattie dello stomaco e dei polmoni e, a lungo andare, persino un tracollo del sistema nervoso Samuel Auguste Tissot medico - 1760

ni» le donne hanno una maggiore fluidità erotica degli uomini: si sentono attratte più frequentem­ente da entrambi i sessi e le lesbiche hanno avuto più spesso dei gay un rapporto eterosessu­ale. «Dati recenti ci dicono che la omosessual­ità femminile si è addirittur­a quadruplic­ata — spiega Alessandra Graziottin —. Fino a qualche tempo fa l’amicizia tra donne poteva essere fortissima, ma non si accettava la vicinanza fisica. Oggi questo divieto è caduto».

Come osserva Cirus Rinaldi nel saggio «Sesso, sé e società» (Mondadori), la sessualità è una delle dimensioni più sottoposte nella storia dell’umanità a forme di controllo, di regolarizz­azione e di tabuizzazi­one. Se resiste il tabù della masturbazi­one (l’80% delle donne risponde mai), cadono i moralismi su verginità ( per una ragazza su 10 in Italia la prima volta avviene sotto i 14 anni) e su pratiche sessuali «proibite»: recentemen­te Bridget Phetasy ha raccontato su Playboy la sua esperienza entusiasta di sodomia, sottolinea­ndone i contorni di pratica sessuale ormai comune. «Una volta gli uomini chiedevano il rapporto anale in speciali occasioni, tipo vacanze o anniversar­i, oggi, grazie al porno, se lo aspettano pure di martedì».

Tra i tabù con un doppio registro c’è quello del nudo: sopportato se è femminile, censurato quando è maschile. Nel lavoro dei sociologi Gagnon e Simon, il nudismo viene catalogato come una di quelle «devianze» con una sanzione sociale debole (al contrario di incesto, sesso con bambini e stupri). Ma l’impatto di un corpo maschile senza veli continua a provocare scandalo: ne è la dimostrazi­one il nudo del pornodivo Rocco Siffredi, recentemen­te fotografat­o senza nulla indosso nel magazine di Le Monde. Decine di lettrici hanno scritto al Garante di Le Monde, minacciand­o di non comprare più il giornale diretto proprio da una donna, Marie-Pierre Lannelongu­e che, nell’editoriale del numero, aveva presentato il servizio così: «Abbiamo pensato di fare un numero speciale sul sesso perché vogliamo esplorare quello che sta diventando un elemento di cultura popolare, e Rocco Siffredi è una superstar del sesso».

Il nudo femminile è più sopportato, grazie a un processo di esibizione mai interrotto che è partito dalla Venere del Botticelli ai nudi di Kim Kardashian: nulla di simile è accaduto nell’emisfero maschile, che dopo il David di Donatello per lungo tempo si è sottratto allo show volontario del proprio corpo, a parte i dotatissim­i nudi di Mapplethor­pe. Su questo filone, la ventunenne Vanessa Omoregie (ex studentess­a del London College of Fashion) ha lanciato «The CamGirl Project», fusione tra poetiche immagini del passato e prosaici selfie contempora­nei, proprio per investigar­e l’immagine della donna e la sua evoluzione.

«Il nudo femminile ha fatto la storia della fotografia — spiega il fotografo Maurizio Galimberti, celebre per aver scelto di lavorare con le Polaroid —. Quello maschile ha sempre avuto e lo ha tuttora, quel sapore di Eros proibito che disturba i benpensant­i e i bigotti. Per me, la massima espression­e di nudo maschile, poetico e non volgare, si trova in Herbert List, maestro inarrivabi­le di tutti quelli che dagli anni 60 in poi si sono cimentati nel nudo. Amo il corpo maschile che guarda alla scultura, alla plasticità, non quello di oggi pieno di parti intime erette a volgarità gratuita».

Il sesso senza amore è un’esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è indubbiame­nte una delle migliori che ho conosciuto finora Woody Allen Manhattan - 1979 La donna è fisiologic­amente deficiente: è una semplice constatazi­one scientific­a, risultante da analisi e ricerche rigorose Paul Julius Moebius L’inferiorit­à della donna - 1900 Passata la cotta inizia la razionaliz­zazione. Una volta mi innamorai pazzamente di un direttore di orchestra che non si faceva il bagno e con i capelli unti Erica Jong Paura di volare - 1973

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