Corriere della Sera

SESSO & AMORE

- Costanza Rizzacasa d’Orsogna CostanzaRd­O

È una delle riviste letterarie più importanti al mondo. La Paris Review, per cui hanno scritto da Samuel Beckett a Calvino, che ha intervista­to Hemingway e Capote. E che, qualche numero fa, ha pubblicato un lungo articolo di Kristin Dombek, giovane docente di scrittura a Princeton, su un’esperienza personale di ménage à trois.

Perché chi l’ha detto che, al netto di grandi come Nabokov, Henry Miller e Anaïs Nin, il sesso non sia un “alto” soggetto di scrittura? Anche negli Usa, dove molti giornali hanno un sex columnist (o forse per quello), il cliché è duro a morire. Ma oggi, un gruppo di autrici 30-40enni sfida il pregiudizi­o. Come Kate Bolick, firma dell’Atlantic e, l’anno scorso, del bestseller Spinster (lett. Zitella), o Moira Weigel,

dottoranda inLetterat­ura comparata a Yale, che ha scritto un saggio

(Labor of Love, 2016) su come il mercato del lavoro da sempre influenzi il corteggiam­ento. Come Emily Witt, firma del New Yorker, che a trent’anni, col cuore spezzato, aveva iniziato a interrogar­si su come cambiano i costumi, tra app di dating e tabù che non sono più tali, e il risultato è Future Sex, in uscita a ottobre. «Sfogliata qualche pagina», racconta al New York Times, «un editor maschio mi apostrofò sbuffando, “Ogni donna prima o poi scrive di queste robe”. E io: “Certo. Sono argomenti più vitali che mai”». Mescolando analisi sociale e autobiogra­fia, queste scrittrici fotografan­o non i grandi amori, ma i lavori in corso, in un momento in cui, come scriveva Michela Mantovan nel presentare l’inchiesta «Sesso e amore» del

Corriere, tanti sembrano saperne, ma il dubbio che siano temi sub vissuti resta. Così un capitolo di Witt, sul sesso con un tipo appena conosciuto, è uscito sulla London Review of Books. «Chiedetevi solo questo», chiosa Jessica Valenti, editoriali­sta del Guardian in libreria con il memoir Sex Object: «Perché quando le donne scrivono del proprio sesso si pensa che sia frivolo e insignific­ante mentre se ne scrive un uomo è coraggioso e universale?».

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