«Tante volte è faticoso essere James Franco»
Il divo a Venezia con un film tratto da Steinbeck: noi attori spesso non siamo presi sul serio come registi
Generose Non è passata inosservata la passerella di Dayane Mello, Matteo Manzini e Giulia Salemi DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
«Se potessi inventare un altro me che scrive libri, gira film, produce, insegna, e qualcuno giudicasse questa opera in sé, non come frutto del lavoro di un attore, sì, sarebbe tutto più semplice». Gli esami per James Franco non finiscono mai.
Le soddisfazioni, certo, sono molte — per la quarta volta da regista alla Mostra di Venezia, con In Dubious Battle, adattamento dal romanzo di Steinbeck (prodotto da Ambi, uscirà da noi in primavera), ieri ha anche ricevuto il premio Mimmo Rotella, non fa un passo senza l’assedio dei fan — ma la sua bulimia intellettuale non basta a mascherare una disarmante ansia da prestazione artistica.
«Un po’ è vero, continuo a complicarmi la vita: ogni volta alzo l’asticella — racconta al Corriere —. Ma in verità il giudizio degli altri non mi preoccupa, non posso piacere a tutti. Quello che conta è realizzare cose in cui credo veramente. E, parlando di In Dubious Battle, già solo averlo fatto e presentarlo qui è una vittoria. Ormai è difficilissimo fare film in cui gli attori non si lancino da qualche palazzo con un mantello addosso...».
Il lavoro d’attore l’annoia?
«Affatto: se faccio film come Il grande e potente mago Oz, sono felice che tanta gente vada a vederlo. Ma da regista l’obiettivo è essere più fedele possibile all’originale. I miei sono progetti complicati da realizzare ma ci sto riuscendo, e questa è la vera battaglia».
Nel cast ci sono nomi come Robert Duvall, Ed Harris, Bryan Cranston. Sembra che, oltre ai grandi scrittori, stia collezionando grandi attori.
«Da quando ho iniziato a fare il regista ho capito che da Coppia d’arte Fabrizio Gifuni con la moglie, l’attrice Sonia Bergamasco, sul red carpet di «The Young Pope» giovane attore ero stato troppo competitivo. Ora cerco di essere più amichevole e guadagnare il loro rispetto. Questi attori mi rimandano al cinema Anni 70 segnato da una forte coscienza sociale che si spingeva oltre i limiti».
Ha scelto di trasporre «In Dubious Battle» per l’attualità del significato politico di questo romanzo sulla Grande depressione?
Autografi James Franco (38 anni), attore e regista di «In Dubious Battle», presentato fuori concorso, firma autografi ai fan
Woody Allen ha detto che non diventerà mai presidente. Lei che pensa?
«Non saprei, davvero. Dicono che Trump sia molto sotto nei sondaggi ma sappiamo che vanno presi con le pinze».
Non ha mai il dubbio che i suoi studenti la seguano perché è una star?
andare da Spiderman. Amo moltissimo fare loro da mentore. Per me è stato importante trovarne».
Per esempio chi?
«Alcuni miei docenti di recitazione e scrittura, che mi hanno aiutato a esprimere il mio talento, quando a 18 anni, guardandomi intorno mi pareva che tutti fossero più risolti e bravi di me. Mi piace poter restituire qualcosa».
Tra le influenze di «In Dubious Battle» c’è anche «Novecento» di Bertolucci?