La F1 cambia padrone Si fa avanti il fondo Liberty Ecclestone: «Ma io resto»
Dopo anni di indiscrezioni, trattative avviate e abortite, personaggi e storie da galera (ricordate il banchiere Gerhard Gribkowski, condannato in Germania a otto anni per corruzione e rilasciato dopo cinque lo scorso febbraio?), la F1 sembra vicina a un cambio epocale.
Entro pochi giorni, forse già dopodomani, dovrebbe essere annunciato che il fondo inglese Cvc Capital Partners ha definito un accordo con Liberty Media del 75enne miliardario americano John Malone: nel portafoglio della sua impresa c’è anche il 29% di Discovery Communication. Breve memoria storica: nel 2006 la Cvc aveva acquisito i diritti commerciali e finanziari della F1 in una complessa trattativa che aveva coinvolto un dedalo di società. Bernie Ecclestone era rimasto proprietario di una quota di minoranza (5,3%) — mentre un 8,5% è tuttora di competenza della sua Bambino Trust —, ma aveva continuato ad essere l’architrave del Circus. Sui termini dell’operazione — annunciata da «Auto Motor und Sport» ma tutt’altro che sorprendente perché da tempo la Cvc aveva manifestato il desiderio di disimpegnarsi — circolano troppe versioni, per cui è meglio attendere. Si dice ad esempio che nemmeno Ecclestone sappia quante azioni verranno in effetti trasferite, avendo oltretutto il Padrino della F1 cercato (invano) di mandare al traguardo cordate riconducibili direttamente a lui, come quella legata al Qatar o quella che avrebbe avuto a mo’ di riferimento Stephen Ross, proprietario dei Miami Dolphins di football americano.
Secondo una corrente di pensiero la vendita riguarderebbe una quota compresa tra l’8,30% e il 15%. Secondo altre tesi, invece, la cessione sarebbe più profonda. Ecclestone, ad ogni modo, ha parlato di una prima tranche di soldi in arrivo pari a 8,5 miliardi di dollari. Anche con una cessione al minimo livello, ci sarebbero le condizioni per il cambiamento del «chairman» esecutivo, la figura che sta sopra Bernie, il cui ruolo è di direttore operativo. Non immaginatevi, d’altra parte, un Mister E. che si fa da parte. «Continuerò a fare quello che ho sempre fatto», ha sottolineato alla Reuters. Pare che avrà almeno due anni di proroga delle mansioni. Una novità rispetto al passato però c’è: Ecclestone ha abbandonato il concetto «dopo di me, il diluvio» e ha abbracciato l’idea che è più saggio gestire la sua uscita di scena, pilotando la F1 verso acque teoricamente tranquille.